Nonostante le dimissioni del premier Enrico Letta dalla carica di Presidente del Consiglio, il consiglio dei ministri ha firmato ieri mattina le disposizioni per l’aggiornamento del piano di emergenza riguardante i rischi vulcanici del Vesuvio.
A darne notizia è il Dipartimento della Protezione civile. Il documento, ha ottenuto l’intesa della Conferenza unificata lo scorso 6 febbraio, e stabilisce l’area da evacuare in modo cautelativo in caso di ripresa dell’attività eruttiva del Vesuvio. Definisce tutti i gemellaggi tra i 25 Comuni che risiedono nella cosiddetta zona rossa e le Regioni e Province Autonome che accoglierebbero nei loro territori la popolazione evacuata.
Nella nota si rileva dunque che “Le aree da sottoporre ad evacuazione cautelativa sono, infatti, sia quelle soggette ad alta probabilità di invasione di flussi piroclastici (zona rossa 1) sia quelle soggette ad alta probabilità di crolli delle coperture degli edifici per importanti accumuli di materiale piroclastico (zona rossa 2)”.
Intanto, entro 45 giorni da quando le Disposizioni del Presidente del Consiglio verranno pubblicate in Gazzetta Ufficiale, il Capo del Dipartimento della Protezione civile in accordo con la Regione Campania, dovrà fornire alle diverse componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile le indicazioni per l’aggiornamento delle rispettive pianificazioni di emergenza previste per lo specifico rischio vulcanico al Vesuvio, aggiornamento che dovrà compiersi entro i successivi quattro mesi.
L’obiettivo del piano di emergenza nazionale, è quello di assicurare la mobilitazione di tutte le componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile come un’unica organizzazione volta a portare soccorso e assistenza ai cittadini.
La paura che il Vesuvio possa eruttare preoccupa moltissime persone, anche perché molti siti web hanno riportato le parole di uno scienziato giapponese, che ha previsto l’eruzione in un breve lasso di tempo. Si ricorda inoltre, che l’ultima eruzione del Vesuvio risale al 1944. Inoltre, è noto da tempo, che il vulcano è attivo, ecco anche perché si registrano spesso scosse sismiche, ultime registrate pochi giorni fa.
Qui sotto le Regioni che dovrebbe accogliere le città campane più a rischio
REGIONE – CITTA’ ZONA ROSSA VESUVIO
Piemonte – Portici
Valle d’Aosta – Nola
Liguria – Cercola
Lombardia – Torre del Greco, Somma Vesuviana
Province Trento e Bolzano – Pollena Trocchia
Veneto – San Giuseppe Vesuviano, Sant’Anastasia
– Pomigliano d’Arco (enclave nel territorio di Sant’Anastasia)
Friuli Venezia Giulia – Palma Campania
Emilia Romagna – Ercolano
Toscana – San Giorgio a Cremano
Umbria – San Gennaro Vesuviano
Marche – Poggio Marino
Lazio – Ottaviano (parte di Barra, Ponticelli, San Giovanni a
Teduccio)
Abruzzo – Terzigno
Molise – Massa di Somma
Puglia – Torre Annunziata, San Sebastiano al Vesuvio
Basilicata – Boscotrecase
Calabria – Boscoreale
Sicilia – Scafati, Trecase
Sardegna – Pompei
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