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Secondo l’Aifa, Agenzia Italiana del farmaco, le creme sbiancanti sono illegali, perché danneggiano la salute di chi le usa. Possono causare danni rilevanti non solo a livello cutaneo (quali iperpigmentazione, ipertricosi o comparsa di strie cutanee simili a smagliature) ma anche a carico dell’intero organismo (quali diabete, ipertensione arteriosa o malfunzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene) per gli effetti sistemici derivanti dall’assorbimento cronico dei principi attivi in esso contenuti.

Eppure la pratica dello sbiancamento cutaneo è molto diffusa in diversi paesi e sempre di più anche in Italia, definita quasi abitudinaria ai fini estetici, mediante l’uso di creme che contengono sostanze in grado di ridurre l’intensità della pigmentazione di una cute naturalmente scura.

I prodotti utilizzati sono disparati, contengono diversi principi attivi, spesso associati tra loro, e in diversi stati extraeuropei, sono distribuiti come cosmetici o venduti attraverso canali privi di norme sanitarie entrando spesso a far parte di commerci illegali anche attraverso il web.

Pertanto per mettere in guardia sui rischi che si corrono, un recente comunicato emesso dall’Aifa lancia un allarme, spiegando che: “Le sostanze dotate di un’attività sbiancante sono numerose e vanno da quelle certamente velenose, come il mercurio, a quelle che, invece, sono regolarmente autorizzate come ingredienti di medicinali dermatologici”.

C’è però da dire, che i farmaci appartenenti alla famiglia del cortisone e, quelli a lunga durata d’azione ed elevata potenza quali il clobetasolo o il betametasone possono essere comunque dannosi e pericolosi.

Nel nostro paese, se i prodotti sbiancanti sono privi di AIC, ne è vietata l’importazione, salvo in presenza delle autorizzazioni o condizioni (D.Lgs. 219/2006 art. 158 comma 8).

Più sicure, sono le creme e tutti gli altri prodotti schiarenti, acquistabili in farmacia prescritte dal dermatologo e composte da sostanze meno aggressive e naturali.

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