In Pakistan un bambino di soli 9 mesi è stato accusato di omicidio. Si tratta del piccolo Muhammad Mosa Khan, di Lahore, la cui accusa sarebbe arrivata in seguito al fermo di un gruppo di persone, tra le quali c’era anche la famiglia del piccolo, perché ritenute “colpevoli”, di aver attaccato gli agenti con lanci di pietre, coinvolgendo anche Muhammed nell’aggressione.
Alla base di tale rivolta ci sarebbero delle perquisizioni fatte dalla polizia pakistana che sarebbe intervenuta dopo che la famiglia di Muhammad e gli altri non avevano pagato la corrente elettrica, mentre queste persone, al contrario, sostengono di non doverlo fare in quante non sussiste nessun consumo.
Il bimbo e gli altri sono stati arrestati dall’ispettore di polizia Kashif Ahmed, perché secondo la polizia pakistana sarebbe capace di tirare pietre e dunque anche di uccidere, nonostante la tenerissima età.
Il padre del piccolo, da parte sua, sostiene che Muhammad “Non sa neanche tenere in mano il biberon!“, mentre i poliziotti lo hanno trattato come un criminale, prelevandogli anche le impronte.
Muhammad dovrà ora sostenere un processo. Una cosa veramente assurda, anche perché la responsabilità penale in Pakistan si applica solo dai dodici anni di età in su e dunque per tale motivo, l’ispettore è stato sospeso dal suo incarico, mentre il primo ministro del Punjab già ha annunciato azioni disciplinari nei confronti dei poliziotti.
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