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Aumenta di ora in ora il bilancio del naufragio del traghetto sudcoreano Sewol, facendo emergere nuovi dettagli sulla tragedia.

Le vittime accertate sono 58 mentre i dispersi, secondo quanto riferito dalla guardia costiera, sono 244.

Sul totale delle 476 persone che mercoledì sono naufragate a bordo del Sewol – al largo della costa meridionale della Corea del Sud, vicino all’isola di Byeongpung – solo 174 sono sopravvissute.

Bilancio questo destinato a salire. Sale la rabbia dei parenti delle vittime, la maggior parte studenti (a bordo ce ne erano 350 in gita scolastica), che chiedono spiegazioni e giustizia.

Le autorità hanno chiesto di prolungare il fermo del comandante, il 69enne Lee Joon-seok che ha aspettato 40 minuti per decidere l’evacuazione dei passeggeri, e di altri due membri dell’equipaggio: il timoniere 55enne e il terzo ufficiale al comando, la 26enne identificata solo con il cognome Park, con scarsa esperienza.

Intanto emergono nuove trascrizioni, che attestano la confusione e le indecisioni dei responsabili del traghetto affondato e che potrebbe essere stato sovraccaricato.

Infuria intanto la protesta delle famiglie delle vittime, che contestano il ritardo dei soccorsi e puntando il dito sul capitano della nave, Lee Joon-seok, già arrestato dalla polizia sudcoreana.

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