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Finisce sotto accusa il ‘Sei come sei‘ di Melania Mazzucco, che racconta la storia di una ragazzina undicenne, Eva, figlia di una coppia gay, Christian e Giose che quando uno dei due muore, l’altro – Giose – non ha titoli legali per occuparsi di lei. E non venendo considerato un tutore adeguato si ritira in un casolare dell’Appennino. Eva, allora, si mette alla ricerca di quello che considera il suo padre superstite.

Il libro è stato fatto leggere a studenti del quinto ginnasio da due professori del Giulio Cesare, storico liceo classico romano, ed è stato al centro di un dibattito tenuto in classe, come spunto per parlare di omofobia. Ma la scelta, ad alcuni genitori non è piaciuta ed è scattato subito un esposto in Procura.

I professori sono stati denunciati per corruzione di minori e divulgazione di materiale pornografico. La parte incriminata, è soprattutto la pagina 126, poche righe di un libro di 250 pagine, che parlano del rapporto sessuale fra due ragazzini.

Nel brano citato nella denuncia si racconta la scoperta della omosessualità da parte di Giose a 16 anni, raccontata con un rapporto sessuale con un compagno della sua stessa squadra di calcio. Un passo che è stato definito “pornografico” dai denuncianti, e che prosegue tra l’altro con un pestaggio omofobo di alcuni giovani ai danni del protagonista.

La scelta di questo libro da parte dei professori, fa parte della Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. Un percorso di letture e discussioni in classe che avrebbe potuto rivelarsi meritorio, ma che invece non lo è stato.

Proteste anche da parte di studenti, che si sono radunati in sit-in. “Maschi selvatici, non checche isteriche”, in molti casi nemmeno maggiorenni, hanno contestato i programmi scolastici del liceo classico Giulio Cesare. Queste le parole impresse sullo striscione dei militanti di Lotta Studentesca che ieri mattina hanno protestato davanti alla storica scuola del quartiere Trieste.

Famiglia Cristiana da parte sua parla di “degenerazione che ha poco a che fare con la libertà d’educazione“, mentre il Mouge sostiene che per temi così delicati si dovrebbe chiedere il consenso dei genitori.

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