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Cambia il nome ma la confusione è sempre la stessa, come ad ogni scadenza Imu. Infatti, anche quest’anno, a solo un mese dal termine previsto per il pagamento della prima rata della Tasi, prevista sull’abitazione principale, non è ancora del tutto chiaro se si pagherà e soprattutto quanto.

Sinora solo il 10% dei Comuni ha pubblicato sul sito del ministero dell’Economia le delibere relative alle aliquote e le relative esenzioni. Il termine ultimo per la pubblicazione è fissato al 31 maggio; e per rispettarlo sarà necessario che le delibere municipali arrivino entro il 23 maggio.

I contribuenti sono chiamati a pagare la prima rata della Tassa sui servizi indivisibili, entro il 16 giugno e ad oggi regna è caos totale.

Piero Fassino ha bocciato l’ipotesi di una proroga, dicendo che il rinvio “rischia di provocare un buco che possa rendere impossibile l’erogazione dei servizi dei Comuni“.

Più partiti, avevano presentato diversi emendamenti al decreto Irpef affinché il primo anno di applicazione della Tasi, il versamento dell’imposta fosse fatto in un’unica soluzione entro il termine del 16 dicembre.

Inoltre, sempre per la scarsa chiarezza della normativa nella maggior parte dei Comuni almeno per questa prima rata, non invieranno a domicilio dei contribuenti i bollettini precompilati.

Tutti i Comuni, hanno infatti deciso di riconoscere detrazioni in funzione del reddito e pertanto hanno difficoltà ad indicare a priori l’importo esatto per ogni contribuente.

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