Tenere il cellulare ad una distanza di almeno trenta centimetri dall’orecchio diminuisce del 90% i livelli di esposizione alle onde elettromagnetiche.

E’ quanto emerge da un’indagine condotta dall’Arpa del Piemonte nell’ambito di un progetto promosso e finanziato dal Corecom.

Sulla base dei dati raccolti sono emersi infatti molti fattori, che hanno spinto questi ricercatori a creare anche un’App gratuita molto utile per ricevere informazioni sul tempo trascorso al cellulare e sulla quantità di radiazioni non ionizzanti assunte dal nostro organismo.

L’App, disponibile a breve su piattaforma Android, ha come scopo quello di avvisare gli utenti sui pericoli che corrono prolungando all’infinito le loro conversazioni.

L’applicazione, chiamata ‘SarPaper‘, consentirà, infatti, di trasmettere in modo istantaneo i dati registrati ad un server dedicato ad indagini statistiche sulle problematiche connesse alle radiazioni, favorendo così un sostanziale progresso nella ricerca e nella prevenzione di danni causati dagli smartphones, al fine di arrivare ad un monitoraggio consapevole e collettivo.

Secondo il rapporto dell’Arpa, incentrato sui pericoli delle radiazioni emesse dai telefoni che ci colpiscono ogni giorno, e attraversano il nostro corpo, i soggetti più a rischio sono i bambini sotto i dieci anni, la cui fase di sviluppo corporale intensificherebbe i danni, soprattutto in assenza di un’adeguata educazione volta alla prevenzione e all’utilizzo di vivavoce o auricolari in grado di limitare la pericolosità degli apparecchi.

A tal fine, gli studiosi dell’Arpa sono riusciti a stabilire anche la pericolosità delle radiazioni e che è proporzionata alla tipologia di rete utilizzata (2g o 3g), alla frequenza del segnale, e ai dispositivi di ultima generazione che producono campi elettromagnetici inferiori rispetto a quelli basati sul 2g.

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