Papa Francesco arriva a Caserta in occasione della festa dei Santi Gioacchino e Anna, per poi tornare lunedì per incontrare Giovanni Traettino, pastore della Chiesa evangelica, suo amico dai tempi di Buonos Aires.
Il cielo è coperto, ed ogni tanto scende giù una fitta pioggerellina. Ma il cattivo tempo non ostacola i 200mila che lo attendono davanti alla Reggia Vanvitelliana.
Il Papa giunge in elicottero nel primo pomeriggio. Incontra e saluta, all’interno del palazzo reale i 123 sacerdoti della diocesi. Poi entra nella cappella palatina e per un’ora risponde alle loro domande. Si sofferma a lungo sui temi ecclesiali e sul ruolo che deve avere il sacerdote e la Chiesa locale.
Fa cenno alla creatività pastorale e alla vicinanza alla gente, al dialogo con tutti. E prima di uscire sorride e si scusa per aver causato un po’ di scompiglio per la visita improvvisata.
A bordo della papamobile, passa in mezzo alla gente che lo acclama a squarciagola e lo saluta con grande gioia. Il Pontefice si ferma, saluta i disabili e gli ammalati. L’altare è rivestito con la stessa tovaglia usata da Giovanni Paolo II durante la visita pastorale del 23 maggio 1992. Una formella con una croce porta la sua firma.
Papa Bergoglio nel corso della sua omelia spiega che il Regno di Dio può cambiare il mondo, che Gesù è una presenza che invita ad accogliere anche “lo straniero e l’immigrato”. Spiega che credere al suo primato significa “avere il coraggio di dire no al male, alla violenza, alle sopraffazioni, per vivere una vita al servizio degli altri e in favore della legalità e del bene comune”.
Il Papa chiede rispetto per la “vita e la salute”, “rispetto per l’ambiente e la natura”: aggiungendo “So quanto soffrite per queste cose”.
Poi Francesco rivela, che sceso dall’elicottero è stato avvicinato da una persona che gli ha chiesto ‘speranza’. E lui ha risposto: “Io non posso darvi la speranza, ma vi posso dire che dove c’è Gesù c’è la speranza, e per questo, dobbiamo impegnarci a salvaguardare l’ambiente e la natura”.
E riferendosi alla Campania dice è una “bella terra necessita di essere tutelata e preservata“, “no ad ogni forma di corruzione e di illegalità”.
Il Papa parla anche della festa patronale di Sant’Anna, patrona di Caserta e dice: “A me piace chiamarla la nonna di Gesù”.
E suggerisce di “vivere la festa patronale libera da ogni condizionamento, espressione pura della vita di un popolo”.
Il vescovo di Caserta mons. Giovanni D’Alise ringrazia il Papa per la visita dicendo che la “Campania felix” oggi “attaccata da più parti, sventrata e fatta deposito di rifiuti particolari provenienti dall’Italia e dall’Europa, causa di morti e disagi” dice “no a criminalità e corruzione”, sottolineando che la “popolazione non si abbatte e demorde”, “ha un grande desiderio di essere protagonista di una ripresa, soprattutto spirituale, sotto la guida del Papa”.
Papa Francesco conclude la sua omelia dicendo “Abbiate speranza, la speranza non delude, non lasciatevi rubare la speranza. Pregate per me.” promettendo di tornare presto in Campania “Ho saputo che i napoletani sono un po’ gelosi. Voglio assicurare che presto andrò da loro “.
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