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Barriere architettoniche, come eliminarle. I consigli per chi vive con un disabile

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La casa dovrebbe essere il luogo più adatto per vivere e godere di pace e serenità. Ogni persona, dovrebbe poter fruire, di uno spazio confortevole, in cui potersi muovere in autonomia e in assoluto relax.

Eppure, questo, non sempre è possibile. Una persona anziana, o affetta da disabilità, deve fare i conti, ogni giorno, con: gradini, pendenze, porte, pavimentazioni sdrucciolevoli, servizi igienici non accessibili, dipendendo, pertanto, da amici e parenti.

Ma qualcosa, per migliorare la sua vita, abbattere le barriere architettoniche, è possibile fare. Basta attrezzarla di nuovi strumenti ed installazioni, che le diano una mano nel migliorare la sua mobilità, dentro e fuori casa (come: un sostegno per alzarsi dal letto, un deambulatore, una prolunga maniglie, ecc).

Ma ciò che è veramente le occorre, è anche uno spazio, su misura, il ‘bagno’, dove potersi rilassare, muovere e compiere le manovre necessarie con la carrozzina, nella massima riservatezza e tranquillità; beneficiando magari, anche di doccia e/o vasca con seduta.

E qualora l’abitazione fosse dotata di scale interne, e lo stabile sprovvisto di ascensore, un montascale può essere la soluzione ideale.

Ne esistono di diversi tipi, sono fabbricati su misura e il loro prezzo oscilla sui 2000 euro. Qualche proposta interessante arriva da Encasa.

Sono acquistabili con finanziamento a rate, noleggio e contributo statale.

Infatti, con la Legge 13 istituita nel 1989 e successive modifiche con quella del 24 dicembre 2003, n. 350 articolo 3 comma 116, viene data la possibilità, a tutte le persone con ridotte capacità motorie, di poter richiedere dei contributi statali, per la rimozione di barriere architettoniche anche negli edifici privati.

Come?

Presentando una domanda in carta da bollo, indirizzata al sindaco del comune in cui l’immobile è situato, entro e non oltre il 1° marzo di ogni anno, da parte del disabile o dalla persona che ne esercita la tutela o potestà

A chi spetta:

– disabili che presentano menomazioni o limitazioni permanenti di carattere motorio e non vedenti;
– coloro che hanno a carico persone con disabilità permanente;
– condomini ove risiedano suddette categorie di persone.

E per quali opere?

I comuni di residenza che ricevono la domanda, hanno l’obbligo di accertare che essa non si riferisca ad opere esistenti o in corso.

Il contributo può essere richiesto per una singola opera (realizzazione di una rampa), o più opere (come ad es. un portone di ingresso, un ascensore, un servizio igienico fruibile), presentando più domande.

E qualora non vi siano i presupposti, per la realizzazione di opere atte a modificare strutturalmente l’immobile, la domanda può essere presentata per l’acquisto di attrezzature, altrettanto utili per abbattere le barriere architettoniche.

Giovanna Manna

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