I sopravvissuti al terribile naufragio del 3 ottobre dello scorso anno, in cui persero la vita 368 migranti, hanno commemorato questa mattina i loro compagni di viaggio realizzando al molo, dove furono adagiati i loro corpi, cubi frangiflutti, con scritte: “God is love”, “Henrick rip“, “You are always in my heart”.
Un’iniziativa voluta dal Comitato 3 ottobre (associazione che si sta battendo affinché la data del 3 ottobre, venga riconosciuta simbolicamente dal nostro Parlamento e dall’Europa come “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”, per tutte le tragedie di migranti che si sono consumate nelle acque territoriali italiane) condivisa dai ragazzi del liceo di Lampedusa, che hanno aiutato i migranti a dipingere i cubi.
Ma in questa giornata così importante, un gruppo di manifestanti, si è recato davanti all’ingresso dell’aeroporto, mentre stava per iniziare la commemorazione ufficiale delle vittime, e alla presenza – tra gli altri – del presidente della Camera, Laura Boldrini, del ministro degli Esteri, Federica Mogherini, e del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha issato cartelli contro il governo e l’amministrazione locale. Protestando anche per la decisione di riaprire il centro di accoglienza e l’installare nuovi radar a Lampedusa. Prendendo di mira il magnate Soros, finanziatore del Festival Sabir (organizzato dall’Arci, appoggiato dal sindaco Giusi Nicolini, in scena sull’isola dal 1-5 ottobre per commemorare le vittime, e contestato dalla maggior parte dei lampedusani che preferivano invece O’Scià il festival di Claudio Baglioni, perché non politico e senza televisioni).
Un festival quello di Baglioni ideato affinché l’isola, così vicina all’Africa, non fosse conosciuta e ricordata solo per i morti e gli sbarchi. Dieci edizioni, che hanno portato a Lampedusa oltre 300 artisti, a titolo gratuito, e decine di migliaia di turisti, a dispetto della nuova rassegna, fortemente voluta dal primo cittadino con la collaborazione del direttore artistico Fiorella Mannoia – amica, peraltro, di Baglioni – e direttore delle iniziative teatrali Ascanio Celestini.
Una rassegna che avrebbe potuto trovare una genesi migliore, più educata e “confluire”, perché no, nella stessa kermesse tanto reclamata da lampedusani e fan attraverso una raccolta firme.
Sabir è in scena ma Lampadusa è vuota. Non assiste agli eventi e i turisti non ci sono.
La popolazione scende in piazza, anche al Porto Vecchio, e protesta davanti all’ingresso del molo Favarolo, approdo di migliaia di migranti, per dire basta. Continuerà a farlo anche domani.
Tra i manifestanti, anche i soccorritori che salvarono decine di profughi lungo le acque lampedusane, che hanno preferito disertare le commemorazioni dicendo: “In dodici mesi le istituzioni sono state indifferenti nei nostri confronti e ora ci chiedono di partecipare a questo teatro“.
Vito Fiorino, il diportista che salvò ben 47 vite, ha affisso nei bar e nelle attività commerciali di Lampedusa un volantino intitolato “Rifiuto alla partecipazione della cerimonia organizzata dal Comune di Lampedusa e al festival Sabir“.
Dopo la conferenza che si è tenuta in aeroporto, le autorità e i sopravvissuti si sono recati sul luogo del naufragio, a bordo di motovedette davanti all’Isola dei Conigli per depositare una corona di fiori e un quadro, osservando un minuto di silenzio.
Infine, 368 drappi bianchi hanno sventolato questa mattina, in un flash mob, il cui video-racconto, sarà indirizzato all’Ue, affinché intervenga al più presto per mettere fine a questa drammatica situazione.
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