Tra le diverse regioni, vi è un disuguaglianza di accesso ai programmi di profilassi per i bambini.
A dirlo è il dossier della Società Italiana di Pediatria che denuncia: “norme e calendari variano moltissimo da regione a regione” e “persino all’interno della stessa regione“.
Il Veneto, ad esempio, ha sospeso di recente, a partire dai nati nel 2008 l’obbligo vaccinale, spiegando che il ” passaggio dall’obbligatorietà all’adesione consapevole, porta al rischio di una riduzione, anche se di poco, della copertura per malattie come la poliomielite”.
Solo in 4 regioni: Puglia, Basilicata, Veneto e Toscana, sono partiti, invece, programmi vaccinali pilota contro il temuto meningococco B, una tra le principali cause di meningite con esiti mortali e danni permanenti, come ipoacusie o amputazioni.
Nelle altre regioni, invece, i bambini non ricevono l’immunizzazione gratuita. E per questo secondo Stefano Semplici, presidente del Comitato per la Bioetica della Sip, occorre “un ripensamento radicale degli esiti della ‘regionalizzazione’ del sistema sanitario, fermando la tendenza alla divaricazione fra le regioni e orientando la loro autonomia all’obiettivo di una crescente integrazione”.
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