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Milano: realizzato il primo reparto anti Ebola, ecco come funziona

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Il primo reparto anti Ebola è pronto nell’ospedale Sacco di Milano. Le camere sono depresurizzate, con filtri di ogni genere, badge per aprire e chiudere le porte, e tute a tenuta stagna.

Quindici sono i posti letto che possono trasformarsi in pochi secondi in un vero e proprio bunker quando arriverà l’eventuale primo malato.

Lo rende noto il Corriere della Sera. Medici e infermieri sono addestrati per fronteggiare l’emergenza: sanno come vestirsi, svestirsi, armeggiare con le provette di sangue, eliminare i materiali contaminati.

A dirigerli c’è Giuliano Rizzardini, infettivologo con esperienza in Africa, la caposala Cecilia Paoli e la infettivolaga Laura Cordier.

Le tute verrebbero usate nel reparto a contatto con i pazienti che non presentano ancora gravi sintomi, mentre gli scafandri per avvicinarsi ai malati gravi, che trasmettono il virus attraverso il sangue e altri liquidi corporei.

I tessuti sono impermeabili ai liquidi e all’aria. Ogni tuta va poi buttata dopo l’uso mentre lo scafandro solo se contaminato.

Poi tutto viene buttato in un inceneritore.

L’ambulanza anti Ebola è un camper di tre vani. Anche durante il trasporto del paziente il personale medico è vestito e si muove con la massima precauzione, proprio come nel reparto.

Nella barella c’è una sorta di oblò che serve a spostare il malato in un’altra barella oppure nella stanza di degenza. Si agganciano gli oblò di due barelle, si aprono e così si sposta il paziente da un contenitore all’altro.

Quando l’ambulanza arriva all’ospedale, passa in due anticamere: una per la barella dove gli accompagnatori indossano lo scafandro e una per la vestizione.

Poi si arriva al corridoio dove viene data una camera ad ogni malato. Due corridoi con vetrata permettono di controllare i malati senza entrare. Gli accessi si aprono in sequenza con l’aria che è filtrata.

Al termine del turno, quando il personale termina le operazione deve fare una doccia disinfettante con indosso lo scafandro. Poi deve uscire, svestirsi, e tutto va a finire nell’inceneritore, filtri d’aria compresi.

I posti letto sono 70 e 15 possono trasformarsi in bunker quando arriva il super malato.

Giovanna Manna

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