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Il Centro di Fisiopatologia della riproduzione e terapia della fertilità dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma riapre dopo sei mesi dalla triste vicenda dello scambio di embrioni avvenuto lo scorso 13 aprile.

Presenti anche il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il direttore generale dell’Asl Roma B, Vitaliano De Salazar, e il coordinatore della cabina di regia sulla sanità regionale, Alessio D’Amato.

Cosa cambia con la nuova procedura?

La coppia accede al Pertini dove viene accolta in una apposita stanza di accettazione. Precedentemente il riconoscimento avveniva solo verbalmente e con documento. Oggi, invece, viene predisposto un documento con fotografia, e un codice a barre.

Successivamente, avviene la chiamata verbale, il riconoscimento da foto e anche il codice colore.

Poi si eseguono le visite mediche e si passa al laboratorio, dove una volta fatti i dovuti i prelievi il materiale prelevato viene messo a maturare.

Di esso c’è rintracciabilità anche informatica.

Con la nuova procedura se uomini e donne vengono accoppiati in modo errato, il ‘match’ non avviene e scatta un ‘semaforo rosso’ impedendo al biologo di proseguire nell’operazione.

Inoltre ha bisogno dell’aiuto di un’altra persona per rimuovere l’ostacolo.

Il direttore generale dell’Asl Roma B, Vitaliano De Salazar spiegando la procedura, aggiunge anche che ora è impossibile sbagliare, perché in tal caso si tratterebbe di puro dolo.