Massimo Bossetti resta in carcere. Sul suo pc sono emerse ricerche con queste parole: “Tredicenni”, “ragazzine”, “vergini”, “rosse”, tra le più ricorrenti.
La spiegazione sarebbe contenuta in 133 pagine fatte dal rapporto dei consulenti Daniele Apostoli e Nicola Mazzini appena consegnato al pm Letizia Ruggeri.
I tecnici esplorando il pc portatile e i cookies (usati dai siti per memorizzare informazioni sugli utenti), la memoria cache e i dati salvati dai browser per la navigazione dal 9 febbraio 2002 al 29 maggio 2014, hanno scoperto navigazioni che spesso venivano fatte con sistemi che nascondevano o cancellavano tracce, evidenziando nella persona un particolare interesse sessuale nei confronti delle ragazzine.
Ricerche web che portavano tutte a siti porno nel trovare bambine molto simili a Yara.
Una relazione tecnico informatica che diventa una nuova prova contro il muratore di Mapello, in carcere da otto mesi accusato per la morte di Yara.
Il movente che gli inquirenti stavano cercando, alla base dell’omicidio della 13enne di Brembate.
Bossetti, emerge, aveva un’ossessione: il sesso delle ragazzine, cercava 13enni vergini. Secondo il pm Letizia Ruggeri, il movente dell’omicidio, sarebbe questo.
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