Sono trascorsi quattro anni da quel terribile giorno in cui il Giappone fu colpito da un violento terremoto di magnitudo 9 della scala Richter e uno tsunami che devastarono intere aree e causarono 18.500 vittime tra morti e dispersi, oltre a un disastro nucleare nella centrale di Fukushima Daiichi.
Oggi in ricordo di quanto avvenuto quattro anni fa, il Giappone alle ore 14.46 (6.46 in Italia) si è fermato per un minuto di silenzio.
Nel corso della giornata, si terranno numerosi eventi commemorativi.
L’ultimo studio, pubblicato nell’aprile 2014 dall’Agenzia delle Nazioni Unite, parla di dati rassicuranti in merito alla diffusione di scorie radioattive.
Non sarebbero stati osservati, in questi anni, casi di malattie acute o decessi dovuti a radiazioni né tra i lavoratori né tra i cittadini in seguito all’incidente.
Le dosi cui sono stati esposti gli abitanti della zona sono in genere basse o molto basse, c’è però, da dire, che non esistono certezze su quale sia stata la quota di radiazioni ionizzanti dispersa nell’aria e nelle acque dell’Oceano, e quale sia quella in grado di provocare conseguenze negative sulla salute delle persone, nell’immediato o nel tempo, o dal punto di vista ereditario.
Secondo la maggior parte degli scienziati, infatti, non esiste una dose di radiazioni che possa essere definita innocua, per quanto bassa possa essere.