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Un museo aperto alla città. E’ questa la ‘nuova’ iniziativa promossa dal Macro, il museo d’arte contemporanea della Capitale, in cui in questi giorni è stata presentata la programmazione per il 2015 e il 2016.

Un museo capace di dialogare con i cittadini divenendo così un luogo di produzione d’arte e non solo, un luogo in cui si ospitano tante mostre.

Davvero – ha sottolineato il sovrintendente Capitolino ai Beni culturali, Claudio Parisi Presicce – si sta svolgendo un grande lavoro corale. Il Macro è un museo con una struttura di funzionari che, in sinergia, proiettano l’attività del museo sui tempi lunghi. Uno dei risultati è che il Macro comincia a produrre delle mostre e non è più un luogo dove si ospita l’arte contemporanea o le mostre realizzate altrove e poi portate a Roma. La scelta di creare un sistema tra i diversi musei che raccontano la città moderna e contemporanea, il Museo di Roma a Palazzo Braschi, la Galleria di Arte Moderna di via Crispi e il Macro, affonda nell’idea che l’arte contemporanea è parte della storia di Roma”.

Tra le altre mostre, in ordine cronologico: la prima a partire da oggi, venerdì 27 marzo, vedrà un omaggio a Toti Scialoja nel (quasi) centenario della nascita, che in realtà cadeva nel 2014 (da maggio prevista anche una rassegna «Gli amici di Scialoja»).

A seguire il 16 aprile, Nakis Panayotidis, personale di un artista greco legato a moduli espressivi dell’Arte Povera.

Il 14 maggio «I Belgi. Barbari e poeti» e un video di Marinella Senatore. Altro omaggio a un’artista scomparsa, Carla Accardi, signora dell’astrattismo, attraverso un itinerario sulla sua ricerca opere su carta (con lettere, documenti, foto, dal 20 maggio).

Poi sarà la volta di «Appunti di una generazione», che affiancherà a due a due artisti che esordirono negli Novanta: primo appuntamento con Giuseppe Pietroniro e Andrea Salvino (sempre nel mese di maggio); a seguire i binomi Federico Pietrella e Donatella Spaziani, Gioacchino Pontrelli e Matteo Basilè.

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