Grazie all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, cinque ragazzi di circa 25 anni hanno ora protesi ossee stampate con la tecnologia in 3D. I primi impianti praticati per questa problematica in Italia.
La progettazione delle protesi “su misura” basata sui dati del paziente, ricavati con tac e risonanza.
Un bacino virtuale dunque che identifica il ‘pezzo che va sostituito.
Una stampante 3D realizza le protesi come se fossero pezzi mancanti di un puzzle tridimensionale, permettendo l’incastro nel punto in cui i chirurghi hanno asportato la parte d’osso malata.
Le protesi impiantate a Bologna sono in titanio e dopo l’intervento i pazienti hanno maggiore possibilità di riprendere a camminare correttamente.
Al progetto della stampa 3D delle protesi, all’ospedale Rizzoli lavorano una quindicina di persone.
Queste e altri prospettive della stampa 3D in medicina verranno illustrati venerdì nel corso della conferenza che sancirà la nascita dell’Italian Digital Biomanufacturing Network. moncone del paziente arrivando
fino al cervello.
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