Il Parlamento di Atene ha dato l’imput per il via al primo piano di riforme imposte dall’Eurogruppo.
Duecentoventinove voti a favore, 64 contrari e 6 astenuti, necessari per far partire il negoziato, il terzo piano di aiuti richiesto dalla Grecia al fondo Esm.
Il premier Tsipras ha votato “sì”; contrari, i suoi compagni del partito Syriza Varoufakis, l’ex ministro delle Finanze, e Kostantopoulou, presidente del Parlamento.
La decisione è arrivata al termine di una lunga giornata culminata con la rottura all’interno di Syriza, con le dimissioni del viceministro delle finanze Nadia Valavani e la bocciatura della direzione del partito al piano del premier.
E negli scontri in serata in piazza Syntagma, con il lancio di molotov e lacrimogeni.
E Tsipras nel pomeriggio aveva minacciato: “O votiamo uniti il sì, oppure cade il governo”.
E poi ha aggiunto “Mi assumo tutte le mie responsabilità e mi sento orgoglioso. Abbiamo combattuto per il nostro popolo una lotta molto difficile. Siamo riusciti a dare una lezione di dignità a tutto il mondo. Questa lotta un giorno darà i suoi frutti”.
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