Per molte coppie che devono fare i conti con l’eterologa ora la soluzione è via posta.
Basta infatti rivolgersi a un centro straniero e farsi mandare quello che occorre. A darne notizia “La Repubblica”, che parla della prima gravidanza “postale” da poco iniziata.
Protagonista una coppia che si è affidata ad un centro privato torinese: la cui fecondazione eterologa doveva risolvere un problema di fertilità della donna, così il seme del marito è stato mandato a Barcellona ed è servito per creare un embrione con l’ovulo di una donatrice.
Poi rispedito in Italia e impiantato nella donna.
Vantaggio? Le coppie non sono più costrette a viaggi oltre confine e riescono con più facilità a recuperare i gameti.
Inoltre, molti centri specializzati nella tecnica di fecondazione si rivolgono all’estero, a paesi come la Spagna o la Danimarca per la donazione dei gameti dove tra l’altro viene anche rimborsata.
In Italia invece la donazione di gameti è consentita ai maschi di età non inferiore ai 18 anni e non superiore ai 40 anni, e alle donne di età non inferiore ai 20 anni e non superiore ai 35 anni.
Ecco spiegato anche il perché in molte Regioni si fa fatica a soddisfare le richieste delle numerose coppie che decidono di fare ricorso a questa tecnica per poter risolvere il loro problema di infertilità.
Inoltre l’accusa mossa ai legislatori italiani, Governo e Parlamento è quella di fare ancora poco o nulla per incentivare le donazioni, non soltanto impedendo la retribuzione ma anche e soprattutto non consentendo un’informazione adeguata ed una sensibilizzazione approfondita sul tema.