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occhio bionico retina
Per la prima volta al mondo, un occhio bionico viene impiantato nella cura di una severa malattia che colpisce la retina. Restituendo, la vista a un uomo di 80 anni affetto da degenerazione maculare senile secca.

Si tratta, infatti, di una forma morbosa per la quale farmaci come i ben noti anticorpi monoclonali, LFG316 o anti-VEGF, non sono ancora stati preparati.

L’annuncio è stato dato nel Regno Unito dal chirurgo Paulo Stanga del Manchester Royal Eye Hospital e dall’azienda Second Sight che produce il dispositivo.

Con il quale, per la prima volta da anni, il paziente, Ray Flynn, può finalmente vedere contorni di cose e persone.

Un intervento chirurgico eseguito il 16 giugno con l’impianto di retina artificiale, attivato nel paziente per la prima volta il primo luglio, sciolta prognosi l’intervento può dirsi avvenuto con successo.

Grazie alla riabilitazione, spiegano gli esperti, la vista del paziente continuerà a migliorare.

La sperimentazione ha come fine quello di verificare se pazienti ciechi, con totale perdita della visione centrale a causa della degenerazione maculare senile, possano trarre benefici o no da una retina artificiale.

Attualmente le indicazioni per l’uso di protesi retiniche sono limitate solo ad alcuni casi di retinite pigmentosa.

Il sofisticato dispositivo (Argus II) aiuta invece a distinguere la sagoma delle persone e degli oggetti, anche ad occhi chiusi.

Argus II, questo il suo nome, converte immagini video catturate da una videocamera miniaturizzata alloggiata negli occhiali dei pazienti in una serie di impulsi elettrici che sono trasmessi wireless agli elettrodi sulla superficie della retina.

Impulsi che stimolano le cellule rimanenti della retina inducendo la percezione di forme di luce nel cervello.

Si tratta dunque di una prima retina artificiale capace di ricevere un’ampia approvazione e disponibilità da parte dei centri autorizzati in Canada, Francia, Germania, Italia, Olanda, Arabia Saudita, Spagna, Svizzera, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti.

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