Secondo uno studio giapponese il massaggio cardiaco può salvare la vita a tante persone ma deve essere praticato perbene, in tempo e per almeno 35 minuti. Ne è certo il professor Yoshikazu Goto, direttore del dipartimento di Medicina di emergenza e Critical Care del Kanazawa University Hospital che ha osservato oltre 17 mila persone.
Il massaggio cardiaco è la tecnica di rianimazione cardiopolmonare che si effettua quando il cuore è in arresto. Il suo scopo nel praticarla sta nel fatto che bisogna mantenere l’ossigenazione dell’organo e del cervello attraverso l’insufflazione di aria e mediante compressioni a livello del torace che consentano al sangue di poter circolare.
Iniziare questa manovra in maniera tempestiva è importante per evitare danni al cervello e scongiurare la morte.
Infatti, secondo lo studio condotto dal professor Goto «La durata appropriata della rianimazione cardiopolmonare rappresenta una grande sfida per medici e rianimatori. La nostra analisi si è posta l’obbiettivo di studiare per quanto tempo questa pratica debba essere condotta per ottenere la massima sopravvivenza e un esito neurologico favorevole».
Tant’è che le percentuali più alte di sopravvivenza e assenza di danni si verificano proprio quando il massaggio dura almeno 35 minuti.
Inoltre, la finestra temporale in cui si possono ottenere benefici si estende sino a 53 minuti.
Ma l’esperto avverte “Il fatto che la probabilità di sopravvivere con un esito neurologico favorevole diminuisca dopo ogni singolo minuto indica inoltre che il tempo di intervento è cruciale per determinare se un paziente potrà tornare a una vita normale: il massaggio va iniziato il più presto possibile”.