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ramazzotti perfetto tour
E’ partito ieri sera, 16 settembre, il Perfetto World tour 2015 di Eros Ramazzotti, con la prima delle tre date in programma all’Arena di Verona.

Prima le immagini del suo volto in 3D, iconico e ironico, che si moltiplicano sui teli e che nascondono il palco, poi la sua sagoma – vagamente ispirata a Charlie Chaplin – come fosse un personaggio del teatro kabuki, e infine la sua voce, accolta dagli applausi, che va ad intonare L’ombra del gigante.

Ma il boato vero e proprio arriva quando Eros si svela, in bianco e nero, come i colori della sua Juventus. “Questa sera è perfetta come voi”, dice al pubblico dell’Arena di Verona, debutto dopo l’anteprima di Rimini di quattro giorni fa.

Scaletta ricca di brani, grandi successi e ultimi brani inediti tratto dall’album Perfetto, già super premiato.

Ventisette brani, suonati da una band di 10 elementi tra cui il chitarrista Phil Palmer, da Se bastasse a Terra Promessa, passando per Adesso Tu e le più recenti Stella Gemella, Tra Vent’anni, Il tempo non sente ragione, tutti rigorosamente in una chiave rivisitata.

Recuperato anche Esodi, un brano del 1993, in cui già raccontava il dramma dei migranti. E mentre lui intona i primi versi, sullo schermo alle sue spalle l’immagine – messaggio di speranza – di un bimbo sorridente dalla pelle ambrata che usa la bandiera dell’Europa come fosse il mantello di un supereroe. Un schermo che rimane protagonista per tutta la serata e che continua ad inviare immagini e colori.

Durante tutto lo show, diretto dal bravissimo Luca Tommassini, con la tecnica del morphing, Ramazzotti trasforma il se stesso degli esordi nel se stesso di oggi, prima in un capo indiano, poi in un nero, poi in un leone, in un cyborg, “per viaggiare senza limiti”, come recita il testo della canzone.

L’emozione sale quando da solo al pianoforte dedica il brano Tra Vent’anni al figlio Gabrio Tullio, nato a marzo scorso. Tutto bene fino alla chiusura, ma quando Ramazzotti torna sul palco per i bis, un problema tecnico blocca lo spettacolo per qualche minuto: “maledetta tecnologia”, dice il cantautore, si scusa e imbraccia la chitarra per la versione acustica di Un angelo disteso al sole, e concedere Fuoco nel fuoco e la Più bella cosa.

Dopo Verona il tour si sposterà in Europa per poi fare ritorno anche in Italia il 7, l’8 e il 10 a Milano, il 12 a Firenze, il 14 e il 16 a Roma. Poi Castel Morrone il 18, Bologna il 20, e dopo un’altra pausa europea, la chiusura a Torino il 7 novembre, per poi riprendere in primavera con la seconda tranche che toccherà anche la Russia con una decina di date in città dove non si mai visto esibirsi un artista internazionale.

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