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Matteo Renzi sale sul podio delle Nazioni Unite con un discorso che dura 20 minuti in cui parte dall’emergenza migranti sino ad arrivare al pericolo Isis.

La sua richiesta è chiara e netta, un maggiore impegno per far fronte alle crisi che rischiano di dividere e travolgere il Vecchio Continente. E davanti ai leader del mondo, il premier ribadisce che l’Italia farà la sua parte. A partire dalle questioni che più le stanno a cuore: conflitti regionali in Africa e nell’area mediorientale, terrorismo e flusso senza precedenti di rifugiati.

“Siamo pronti – dice il premier – ad assumere un ruolo guida in Libia”. “L’Italia è pronta a collaborare con un governo di unità nazionale nei settori chiave e ad assumere, se il governo libico lo chiederà, un ruolo guida per un meccanismo di assistenza e stabilizzazione con il sostegno della comunità internazionale”.

“Porto la voce degli italiani, un popolo generoso e responsabile che si impegna nel salvataggio di migliaia di fratelli e sorelle nel cuore del Mediterraneo”. “Il nostro Paese – sottolinea il presidente del consiglio – è stato il primo a cogliere la dimensione reale di ciò che stava succedendo nel Mediterraneo”. Mentre altri leader europei hanno rifiutato di confrontarsi con questa emergenza fino a pochi mesi fa.

Poi sottolinea “L’Europa è nata per abbattere i muri, non per edificarli”. “Dunque attraverso il dialogo e il negoziato possiamo dare un futuro alle nuove generazioni”.

E parla anche di estremismo, con l’Isis che definisce come “un nemico pericoloso oramai alle nostre porte: “inutile – sottolinea Renzi – negare la realtà. Come non lo fa l’Italia che proprio per questo si candida a guidare le operazioni in Libia”.

Poi dice “ci sono i rischi legati al web, sempre più strumento non solo di opportunità ma anche di propaganda, reclutamento e formazione dei foreign fighter e dei terroristi fai da te”.

Infine il presidente del consiglio rilancia la candidatura dell’Italia come membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, con l’obiettivo di avere più influenza su temi come quello dei diritti umani, dei diritti delle donne e della pena di morte. Argomento al centro del recente appello fatto da papa Francesco al Congresso americano: “L’Italia – conclude il presidente del consiglio – non si stancherà mai di lavorare per la moratoria sulla pena di morte”.

Foto Ansa

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