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Presentata questa mattina alla stampa, al Pan (Palazzo delle Arti) di Napoli, la mostra ‘20 anni con Pino (addòve!), Fotografie e video di Alessandro d’Urso, a cura di Roberta de Fabritiis

Sono intervenuti l’Assessore alla cultura e al turismo di Napoli, Gaetano Daniele, l’autore della mostra, Alessandro d’Urso, la curatrice Roberta de Fabritiis e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

Addòve!, è molto più di una mostra fotografica incentrata su Pino Daniele, organizzata con la collaborazione del Comune di Napoli – ha sottolineato Alessandro d’Urso, – è un omaggio ad un amico con il quale ho condiviso un ventennio della mia vita personale e professionale e per il quale ho realizzato 8 copertine e diversi video. Un’esposizione di oltre 200 fotografie e filmati, aperta al pubblico da domani, venerdì 16 ottobre 2015 a domenica 10 gennaio 2016, che racconta il grande cantautore e bluesman Pino Daniele, ma anche emozioni, sogni di quel giovane fotografo che un giorno si è trovato di fronte a sé, e a confrontarsi, dal punto di vista professionale, con il suo mito, un mostro sacro della musica, e con il quale è nata anche una bellissima amicizia”.

Immagini quasi tutte inedite che raccontano la vita artistica e privata di Daniele dal 1990 al 2008, periodo più intenso dal punto di vista professionale e ricco di preziose collaborazioni internazionali, con artisti del calibro di Pat Metheny, Al Di Meola, Peter Erskine, Rachel Z, Jimmy Earl e altri italiani, realizzando concerti memorabili ed album di grande successo come: “Non calpestare i fiori nel deserto“e “Dimmi cosa succede sulla terra”.

Foto che l’autore ha realizzato su pellicola, e che hanno un sapore diverso, perché raccontano il momento e l’emozione che si cela dietro ogni scatto. Danno vita ad un percorso espositivo che si snoda tra momenti di musica, momenti pubblici ma soprattutto storie di amicizia, famiglia e vita.

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Pino ha generato un linguaggio peculiare, – ha sottolineato l’assessore alla cultura – miscelando napoletano, inglese e italiano, evidenziando il tratto multiculturale che ha sempre distinto la città nel corso della sua storia. L’opera di Pino è, pertanto, patrimonio culturale penetrato nelle viscere di Napoli e continuerà a parlare nel mondo. Le foto di d’Urso ritraggono Pino in attimi fuggenti ma ne scolpiscono anche la sua poetica. Rappresentano così il nucleo più intimo della sua creatività, il “topos” esistenziale della sua personalità divenuto linguaggio virtuale multiverso“.

Questa mostra creerà profonde emozioni – ha fatto eco il sindaco di Napoli – perché cementificherà ancora una volta il legame tra Pino e la sua città. Dalla sua morte si è compreso, in maniera unanime, quanto sia forte il legame tra Pino e la città di Napoli, tra il maestro e i napoletani. L’amore per Pino ha riguardato la sua musica, i testi delle sue canzoni, ma anche l’uomo, la sua umanità, il suo essere “uno di noi”. La sua lontananza fisica da Napoli non ha scalfito il legame affettivo con i napoletani. Lo tsunami di partecipazione fisica ed emotiva che si è scatenato dopo la sua fine – in particolare flash mob e funerale – dimostrano che si tratta di legame indissolubile, senza fine. E le foto di questa mostra – da noi fortemente voluta al PAN -intrecciano ancora una volta in maniera commovente la vita di Pino con quella delle tantissime persone che verranno – ne sono certo – a trovare Pino, qui a Napoli, nella sua esistenza di tutti i giorni”.

Presenti tra gli altri, Nello Daniele, fratello dell’artista scomparso, la ex moglie Fabiola Sciabbarasi , i figli Sara, Sofia e Francesco, Fabio Massimo Colasanti chitarrista di Pino dal 1997 al 2015.

Nel corso della conferenza stampa presentato anche il libro “Ho sete ancora – Sedici scrittori per Pino Daniele” edito Iocisto Edizoni, in uscita alla fine di ottobre nella libreria di via Cimarosa, 20.

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