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“Non siamo a ricordare il passato. Non si vive di nostalgia”. Questa la sintesi del discorso tenuto ieri dai leader di Lega, Fi e Fdi da Bologna.

“La leadership – ha sottolineato Matteo Salvini – la scelgono i cittadini, non un palco, un microfono o una piazza. Oggi siamo qui per dire che insieme si vince se qualcuno è in cerca di poltrone questa è la piazza sbagliata”.

Ad aprire il comizio Silvio Berlusconi. “Con questa ritrovata unità vinceremo le prossime elezioni. Con Matteo, con Giorgia e con Silvio non ce ne sarà più per nessuno”. Insieme, Fi, Lega e Fdi, potranno “superare il 40%”. Questa, evidenzia “è una giornata fondamentale per il futuro di tutti noi e dell’Italia”.

Una ripartenza con quelli che chiama gli “amici degli ultimi venti anni”, con un omaggio a Bossi accolto con qualche mugugno, sopra e sotto il palco. Ma una ripartenza tutta nuova.

“Qui comincia qualcosa di nuovo guidato dalla lega, non è un nuovo 1994 e non è la casa delle libertà”. L’alleanza di centrodestra deve “ripartire da Roma e Milano: servono persone determinate che vogliano fare il sindaco”. Gli fa eco il leader del Carroccio. Un nome per Milano, assicura, “io ce l’ho”, ma “per serietà i nomi li facciamo prima con gli alleati, poi coi milanesi e poi in tv”. E “se c’è qualche candidato migliore di quelli della Lega lo sosterremo: a me interessa unire”. Poi dal palco ringrazia le forze dell’ordine ferite negli scontri e promette: “Dopo i campi rom sgombereremo i centri sociali, uno per uno e col sorriso”. Non manca una frecciatina al leader escluso, Angelino Alfano. “Non andremo mai con un personaggio inutile e incapace come Angelino Alfano. Alfano, occupati dei poliziotti, cretino che non sei altro, difendi la tua gente, difendi gli italiani per bene, espelli qualche clandestino se ne sei capace, e lascia perdere la politica che non fa per te”.

“Renzi non sa neanche leggere la bussola -replica la Meloni – nella legge di stabilità non c’è nessun taglio agli sprechi, né taglio tasse. Stanno lì a vantarsi di togliere norme ridicole introdotte da loro, mettono Marino a fare il sindaco poi lo sfiduciano e vogliono essere ringraziati: siate coerenti e dimettetevi, adesso andate a casa”.

In piazza Maggiore, luogo simbolo del centro sinistra, erano presenti circa 20mila persone. La manifestazione bolognese è stata un buon successo di affluenza (non certo i 100mila annunciati da Salvini, ma comunque un discreto colpo d’occhio) in una città totalmente blindata, con numerosi cortei antagonisti che si sono conclusi con una carica, un funzionario di polizia ferito e due manifestanti fermati: un bilancio che, data la tensione della vigilia, si temeva molto peggiore.

Tra i punti principali del programma: meno tasse, meno europa, più lavoro, meno rom, immigrati e chiusura dei centri sociali.

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