papa firenze

Papa Francesco è in visita a Firenze per incontrare i vescovi italiani riuniti in assemblea. Si tratta del convegno decennale della Cei, ma non rinuncia a includere nel programma del viaggio anche altri appuntamenti significativi, dall’incontro con imprenditori e operai a Prato in mattinata – che vede la partecipazione anche della comunità cinese – al pranzo con i poveri della mensa San Francesco Poverino all’incontro con disabili e malati alla messa nello stadio Franchi.

L’appuntamento fiorentino si inserisce nella tradizione cominciata a Roma a partire dal 1976. Il Papa nel suo discorso e messaggio pungola l’episcopato italiano modificandone le priorità, chiedendo grandi riforme (dalla revisione del numero delle diocesi all’elezione del presidente) e l’introduzione di una nuova leva di cardinali e vescovi italiani, come rivelando le ultime due nomine dei “preti di strada” Corrado Lorefice, ora vescovo di Palermo, e Matteo Zuppi, ora vescovo di Bologna, e la consacrazione di un altro semplice parroco, Angelo De Donatis, come ausiliare di Roma, con una cerimonia presieduta dallo stesso Bergoglio oggi a San Giovanni in Laterano.

I vescovi italiani, guidati dal cardinale presidente Angelo Bagnasco e dal monsignore segretario Nunzio Galantino, dovranno dunque ascoltare le indicazioni che il Papa argentino darà agli “stati generali” della Chiesa che si riunisce su un particolare tema (titolo scelto prima dell’elezione di Bergoglio) “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.

“La vita di ogni comunità esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione e il veleno dell’illegalità. Dentro di noi e insieme agli altri, non stanchiamoci mai di lottare per la verità” è l’appello di oggi del pontefice contro la corruzione. Incontrando il mondo del lavoro nella piazza antistante la cattedrale di Prato.

Ma nella prima tappa del suo viaggio in Toscana, Bergoglio afferma anche che “non si può fondare nulla di buono sulle trame della menzogna e sulla mancanza di trasparenza. Ricercare e scegliere sempre la verità non è facile; è però una decisione vitale, che deve segnare profondamente l’esistenza di ciascuno e anche della società, perché sia più giusta e onesta. La sacralità di ogni essere umano richiede per ognuno rispetto, accoglienza e un lavoro degno”.

A braccio Francesco ricorda “i 5 uomini e le 2 donne di cittadinanza cinese morti due anni fa a causa di un incendio nella zona industriale di Prato: dormivano e vivevano nello stesso capannone dove lavoravano. È una tragedia dello sfruttamento e delle condizioni umane di vita e questo non è lavoro degno”.

L’invito è che in tempi segnati da incertezze e paure”, è bene sostenere le iniziative in favore dei più deboli e delle famiglie, soprattutto più bisognose “che vi impegnate anche ad ‘adottare’. Mentre vi adoperate nella ricerca delle migliori possibilità concrete di inclusione, non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà. Non rassegnatevi davanti a quelle che sembrano difficili situazioni di convivenza; siate sempre animati dal desiderio di stabilire dei veri e propri ‘patti di prossimità’”. E ai giovani da’ un incoraggiamento particolare “a non cedere mai al pessimismo e alla rassegnazione”.

Conclusa la tappa a Prato, il Papa a Firenze intervenie al quinto convegno nazionale della Chiesa italiana nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Subito dopo l’incontro con gli ammalati nella Basilica della Santissima Annunziata e i pranzo con i poveri, con piatti, posate e bicchieri di plastica, nella mensa di san Francesco Poverino. Infine, la messa nello Stadio comunale “Artemio Franchi” con in prima fila la moglie del premier Matteo Renzi, Agnese, con i due figli.

Francesco parla ai cattolici italiani “Siate una Chiesa libera e aperta alle sfide del presente, mai in difensiva per timore di perdere qualcosa”. Fuggite le tentazioni dello gnosticismo e del pelagianesimo che “ci porta ad avere fiducia nelle strutture, nelle organizzazioni, nelle pianificazioni perfette perché astratte e assumere uno stile di controllo, di durezza, di normatività”.

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