Il critico d’arte di fama internazionale, Vittorio Sgarbi, per la prima volta in Italia, ha allestito una mostra di oltre cento opere della collezione Cavallini-Sgarbi esposte a Palazzo Campana, nella mostra “Tiziano, Lotto, Artemisia: le stanze segrete di Vittorio Sgarbi”, promossa dalla Regione Marche, dal Comune di Osimo, dalla Fondazione Don Carlo e dall’Istituto Campana.
Centinaia di opere riunite in trent’anni di intensa attività anche da collezionista, che sorprendono per la loro eterogeneità.
”E’ solo una parte delle 4 mila opere che possiedo – dice Sgarbi – Ma la mia collezione è così ricca anche perché mia madre (Rina Cavallini, scomparsa poche settimane fa), che comprava per me alle aste, era una donna molto curiosa”.
“Ho cominciato a comprare opere quando ho smesso con i libri – dice ancora il critico d’arte -. In tv guadagnavo 2 miliardi l’anno: li ho spesi tutti. Se avessi preso quanto Bonolis, mi sarei comprato il Louvre. Per uno storico dell’arte il collezionismo è legato anche a un divertimento competitivo, per dimostrare che sa riconoscere un’opera e un artista prima degli altri. Un vero collezionista non avrà mai un Raffaello in casa, ma per un Bastianino può arrivare ad uccidere”
Tra gli artisti esposti oltre a Tiziano, Gentileschi e Lotto anche opere di Cola dell’Amatrice, Lorenzo Lotto, il Sassoferrato, Guercino, Pietro Paolini.
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