Garlasco delitto Chiara Poggi, Cassazione conferma a Stasi 16 anni di carcere

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Alberto Stasi è stato condannato a 16 anni di reclusione in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi.

La Cassazione conferma la sentenza in appello, ritenendolo l’unico responsabile della morte della ragazza, uccisa a Garlasco (Pavia) il 13 agosto del 2007 nella sua abitazione.

I giudici della V Sezione Penale, presieduta da Maurizio Fumo, si sono ritirati dalle 9 di questa mattina in camera di consiglio per decidere se confermare o no la sentenza della Corte d’assise d’appello di Milano del 17 dicembre 2014 che aveva condannato Stasi a 16 anni di reclusione per l’omocidio volontario di Chiara Poggi.

L’appello-bis non ha applicato però le aggravanti a Stasi, non riconoscendo la crudeltà e premeditazione del delitto.

«Giustizia è stata fatta, finalmente – ha dichiarato la mamma della ragazza uccisa – Questa è una tragedia che ha colpito due famiglie non dobbiamo mai dimenticarlo. Eravamo pessimisti, l’abbiamo saputo dalla tv. Siamo molto emozionati. Per noi Alberto era come un figlio: 8 anni e 4 mesi sono stati tanti, ma non ho mai pensato in nessun momento di fermarmi. Dovevo cercare la verità per mia figlia».

«Non è una sentenza a metà», ha invece sottolineato l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, difensore della famiglia Poggi, commentando la condanna di Stasi.

«Non volevamo che fossero inflitti anni di carcere ma che fosse accertata la verità». Poi ha aggiunto «sono però dispiaciuto per aver sentito dire che i processi mediatici vanno ghettizzati. Gli italiani devono sapere come funziona la giustizia» ha sottolineato Tizzoni.

Il riferimento naturalmente alla requisitoria del pg di Cassazione che ieri ha parlato di «una perniciosa forma di spettacolarizzazione» attraverso «i processi televisivi».

Garlasco, dal 2007 a oggi: la fotostoria

La difesa di Stasi «La sentenza della Cassazione è allucinate. Non si mette una persona in carcere senza una
prova certa». È amaro il commento della difesa di Alberto Stasi condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Alberto, come aveva spiegato il suo difensore Angelo Giarda, a
questo punto si costituirà spontaneamente ma Fabio Giarda, difensore di Stasi insieme al padre Angelo, sottolinea all’uscita della Cassazione: «prendiamo atto della decisione ma Alberto andrà in carcere senza una prova
certa e con una sentenza che è completamente illogica come aveva denunciato il sostituto procuratore generale della Cassazione ieri nella sua requisitoria».

«Un percorso accidentato» l’iter giudiziario del processo Garlasco, come ha evidenziato ieri mattina lo stesso presidente del collegio Maurizio Fumo, prima che gli avvocati iniziassero a parlare. Alberto Stasi infatti è stato assolto per mancanza di prove del 2009 dal Cup del Tribunale di Vigevano. Assolto «per non aver commesso il fatto» anche nel 2011 dalla Corte d’assie d’appelo di Milano. È stata la Cassazione nell’aprile del 2013 a rimescolare le carte ordinando un nuovo processo d’appello nei confronti di Stasi per esaminare il dna su un capello trovato tra le mani della vittima e i suoi residui di dna sotto le unghie. Nel 2014 l’appello-bis ha dunque condannato Stasi a 16 anni di reclusione con il rito abbreviato. Ieri le richieste del sostituto procuratore generale della Cassazione, Oscar Cetrangolo, che ai giudici della V Sezione Penale, ha chiesto di annullare la condanna inflitta a Stasi, sia in accoglimento del suo ricorso che in accoglimento della procura di Milano che per Stasi chiede 30 anni chiedendo di applicare le aggravanti della crudeltà per l’omicidio di Chiara Poggi.

Giovanna Manna

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