La Spagna è riuscita a rottamare il bipolarismo che da 37 anni ha fatto alternare alla guida del Paese Pp e Psoe, per aprire le porte a nuovo scenario, un po’ “all’italiana”, ad un governo fatto di coalizione tri o quadripartito.
Gli elettori hanno infatti confermato la fiducia a Mariano Rajoy, il 60enne premier conservatore uscente, che ha promesso: «Cercherò di formare un governo stabile».
Il Pp resta dunque il primo partito in Spagna con 122 seggi e il 28,7% dei voti, ma perde un terzo dei suffragi, ed è distante dalla maggioranza assoluta di 176 seggi.
Rajoy è assediato infatti da Podemos, che con il 20,6% e 69 seggi sfiora lo storico “sorpasso” sul Psoe di Pedro Sanchez, che mantiene il secondo posto con il 22,1% e 91 seggi. Entrambi davanti al Ciudadanos del mediatico avvocato catalano Albert Rivera, che con il 13,9% dei consensi e 40 scranni si è dimostrato un ottimo attore della scena nazionale ma non del tutto per il centro destra.
Izquierda Unida ottiene invece il 3,6% dei voti e 2 seggi; seguita dall’indipendentista Erc, che con il 2,3% conquista ben 9 scranni e Democracia i Libertat, la nuova marca del democristiano secessionista Artur Mas, 2,2% e 8 deputati.
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