Das, c’era amianto nel gioco dei bambini di 40-50 anni fa

Spread the love


C’erano fibre di amianto nel ‘Das’ che milioni di bambini, insegnanti, e persone di diverse categorie hanno utilizzato per diversi anni, cinquanta, quaranta anni fa. Prodotto dalla società Adica Pongo di Lastra a Signa (Firenze), ditta fallita nel ’93.

Lo hanno scoperto ricercatori italiani dell’Ispo, dell’Asl 10 e dell’Università di Firenze che hanno diffuso i dati sulla rivista scientifica ‘Scandinavian Journal of Work Environment and Health’.

Persone esposte all’amianto soprattutto quando il Das era ancora in polvere da trasformare in pasta da modellare con l’aggiunta di acqua: ovvero, insegnanti, artigiani, artisti, restauratori, addetti alla produzione che maneggiarono la pasta per motivi didattici o professionali, in Italia e nei Paesi dove veniva esportata.

Ora il Das prodotto dalla Fila sembrerebbe essere sicuro. Un «prodotto in commercio in Italia e all’estero, pienamente conforme alle normative vigenti», anche perché già dal 1975 viene fatto solo con pasta di cellulosa, assicura l’azienda produttrice.

Ma i risultati dello studio impongono nuove regole e attenzioni, anche se, come spiega il ricercatore Stefano Silvestri, igienista del lavoro Ispo di Firenze «scatta un rischio di esposizione all’amianto solo nel caso in cui questo materiale si presenta in forma polverizzata, viene inalato in quantità cospicue.».

«I nostri risultati – spiega ancora Silvestri – suggeriscono che ai pazienti affetti da mesotelioma che non riferiscono di essere stati esposti ad amianto per motivi professionali, sia chiesto se in passato hanno fatto uso di Das. Questa scoperta dimostrerebbe come gli usi dell’amianto nel passato non siano ancora del tutto chiariti e ci fossero limiti al suo impiego essendo presente persino nei giocattoli». Si parlerebbe infatti di circa 3.600 applicazioni industriali.

Il rischio di esposizione all’amianto «è sicuramente avvenuto – spiegano gli esperti Ispo -, durante la sua produzione ma anche durante la preparazione della pasta quando veniva venduto in polvere e durante la rifinitura degli oggetti quando dopo venivano essiccati».

La ricostruzione storica del prodotto, sempre riferita da questa ricerca, ha permesso di stabilire che 55 milioni di confezioni di Das con amianto sono stati prodotti e venduti sul mercato in 13 anni, a milioni di bambini, di utenti.

«Tuttavia – dice ancora l’esperto – se in casa venissero conservati oggetti realizzati all’epoca, sarebbero sicuri, si potrebbero tenere purché non danneggiati, polverizzati perché le fibre di amianto vengono disperse e inalate».

«Il rischio, certamente, fu maggiore tra il 1962 e il 1966 quando il Das era venduto in polvere e doveva essere amalgamato con acqua per creare l’impasto. Successivamente venne venduto come pasta fino al 1975, sempre con amianto».

Dal 1976 in poi il Das è prodotto in modo più naturale. In pasta di cellulosa e non c’è, pertanto, più il “rischio di esposizione da amianto”. “Che non significa rischio di contrarre” malattie tumorali causate dall’amianto».

Ora dall’Ispo lanciano «un forte appello alle autorità affinché siano effettuati dei test accurati su articoli di importazione, tra cui giocattoli, provenienti da Cina e India, in cui l’amianto non è ancora proibito.

Lo studio è stato reso noto grazie al contributo fornito da alcuni ex dipendenti di Adica Pongo. La cui segnalazione risalirebbe al 1991 da parte di un restauratore di vasellame di reperti archeologici.

I ricercatori sono riusciti a recuperare anche diverse fatture di acquisto di amianto depositate nell’Archivio di Stato di Torino insieme alla documentazione del produttore, l’Amiantifera di Balangero (Torino).

Giovanna Manna

Recent Posts

Parma, uccide la moglie con un colpo di fucile

Dopo aver imbracciato il fucile, che deteneva legalmente, è entrato nella camera da letto dove…

7 ore ago

Chiaravalle, trovati i corpi senza vita di madre e figlio: morti in casa da alcuni giorni

Madre e figlio, rispettivamente di anni 79 e 54, sono stati trovati morti all'interno della…

7 ore ago

Omicidio Cecchettin, Filippo Turetta la spiava con un’app. Uccisa con 75 coltellate

Filippo Turetta aveva installato un'app sul telefono della povera Giulia Cecchettin per poterla spiare. Aveva…

7 ore ago

Parte da Roma il progetto “Mobile Angel”: uno smartwacth collegato ai Carabinieri per chiedere aiuto in caso di aggressione

Con la firma di ieri mattina, di un protocollo tecnico tra la Procura della Repubblica…

1 giorno ago

Genova, arrestato un uomo accusato di femminicidio in Francia

E' stato accusato di aver ucciso qualche giorno fa la propria compagna nel comune di…

1 giorno ago

Bologna, donna stuprata in un parco: arrestato un 25enne

I carabinieri di Bologna hanno arrestato unuomo di  25 anni con l'accusa di violenza sessuale e…

1 giorno ago