All’appello manca ora solo la Liberia, che in assenza di nuovi casi otterrà lo status verso metà gennaio.
Il primo contagio, ricorda una nota emessa dall’Oms, è stato registrato nel dicembre 2013 a Gueckedou, in Guinea, su un bambino di due anni entrato in contatto con un pipistrello infetto.
Il virus si è poi diffuso nei paesi confinanti, Liberia e Sierra Leone, e in altri sette stati.
Inizia così un periodo di ‘sorveglianza speciale’ di 90 giorni.
“Dobbiamo rendere omaggio al governo e alla popolazione della Guinea – afferma Mohamed Belhocine, rappresentante dell’Oms -, che nelle avversità hanno mostrato una straordinaria leadership nel combattere l’epidemia”.
Ma l’Oms invita a non abbassare certamente la guardia: “I prossimi mesi saranno assolutamente critici”, ha osservato Bruce Aylward, rappresentante speciale del direttore generale dell’Oms per la risposta a Ebola. “I Paesi dovranno essere pienamente in grado di prevenire, identificare e rispondere ad eventuali nuovi casi. La persistenza limitata nel tempo del virus nei sopravvissuti che può causare nuove recrudescenze rende imperativo che i partner continuino a sostenere questi Paesi”.
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