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defibrillatore
E’ un obbligo per salvare vite umane, stabilito nel 2013 dal decreto governativo Balduzzi che dava 30 mesi di tempo alle società sportive dilettantistiche per attrezzarsi di defibrillatori e di personale in grado di saperli usare.

I trenta mesi sono ormai scaduti, ma è stata concessa una proroga all’obbligo di dotazione di questi dispositivi “salva vita”.

Sarebbero sorti diversi problemi ancora irrisolti. La proroga concede altri 6 mesi di tempo (fino al 1° luglio 2016) per risolvere i problemi che ci sono.

Le richieste da parte di società, palestre, centri ricreativi sono davvero tante ma non tutte possono essere accettate.

Manca infatti un regolamento preciso per tutte. Indicazioni su come e dove formare il personale competente e, in molti casi, mancano non ci sono neppure i fondi.

La UISP (unione italiana sport per tutti) che rappresenta circa 18.000 società dilettantistiche del territorio nazionale non è ancora nelle condizioni di poter aiutare molte di queste strutture.

Tant’è che spiegano i responsabili: “Non riusciamo a spiegare a chi ci contatta come comportarsi quando le attività sportive vengono svolte all’aperto e non in un campo sportivo o perché, ad esempio, il defibrillatore non è previsto per le bocce né per biliardo, golf, pesca sportiva di superficie, caccia sportiva, sport di tiro , giochi da tavolo e sport assimilabili. Non risulta obbligatorio nemmeno per yoga o Tai chi in parchi o giardini”..

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