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papa in sinagoga
Grande entusiasmo per la visita del Papa. Al suo arrivo davanti la sinagoga di Roma, salutato da un applauso dalla folla. Romani e turisti hanno immortalato l’ingresso del pontefice con i loro dispositivi elettronici. Anche dall’interno della sinagoga c’era chi non ha voluto perdersi l’occasione di avere una foto del Pontefice.

«È arrivato in sordina. Con il suo stile sobrio» commenta una signora non appena lo vede da lontano. «Is the Pope? Is the Pope? Fantastic!», dice una turista americana incredula di trovarsi il santo padre davanti.

Il panorama dei rapporti tra cattolici ed ebrei, «innegabilmente positivo, non deve indurre alcuno a interrompere il cammino intrapreso per raggiungere nuovi e ulteriori progressi» ha sottolineato il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, nel suo discorso durate la visita del papa in Sinagoga. «Ritengo necessario realizzare una strategia comune che consenta un’ampia diffusione presso tutta la popolazione, della conoscenza del grande lavoro svolto e del consolidamento dei sentimenti di rispetto reciproco di amicizia e di fratellanza che fino ad oggi sono rimasti circoscritti ai vertici religiosi e culturali; ancora circolano con frequenza pregiudizi e discorsi improntati a un disprezzo che ci offende e ci ferisce».

Voi siete i nostri fratelli e le nostre sorelle maggiori nella fede». «Tutti quanti apparteniamo ad un’unica famiglia, la famiglia di Dio, il quale ci accompagna e ci protegge come suo popolo». «Con questa mia visita – ha ricordato Francesco – seguo le orme dei miei Predecessori. Papa Giovanni Paolo II venne qui trent’anni fa, il 13 aprile 1986; e Papa Benedetto XVI è stato tra voi sei anni or sono. Giovanni Paolo II, in quella occasione, coniò la bella espressione ‘fratelli maggiorì, e infatti voi siete i nostri fratelli e le nostre sorelle maggiori nella fede».

Nel dialogo interreligioso, ha aggiunto ancora il Papa «è fondamentale che ci incontriamo come fratelli e sorelle davanti al nostro Creatore e a Lui rendiamo lode, che ci rispettiamo e apprezziamo a vicenda e cerchiamo di collaborare».

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