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Il referendum sulla durata delle concessioni alle trivelle non passa. Alle urne si è presentato il 32,15 per cento degli elettori aventi diritto. Percentuale che scende al 31,18 se si tiene conto del (non) voto degli italiani residenti all’estero.

In totale hanno votato di 15 milioni e 806.788 elettori. I sì sono stati la stragrande maggioranza, l’85,84 delle preferenze (contro il 14,16 dei no), ma l’esito della consultazione non può essere ritenuto valido.

Solo in Basilicata è stata superata la soglia minima del 50 per cento, segnale forte che arriva dopo l’inchiesta sul petrolio che ha pesato fortemente nelle decisioni degli italiani che si sono espressi con il voto.

Pochi minuti dopo la chiusura delle urne è prontamente arrivato anche il videomessaggio del premier Matteo Renzi, postato sul suo profilo Facebook.

Nel quale Renzi attacca senza citarlo il governatore Pd della Puglia Michele Emiliano: “Ha perso chi voleva il voto per motivi personali”. Tra i principali sostenitori del referendum, che aveva esultato dopo la prima rilevazione dell’affluenza alle 12 dicendo che “il quorum era un’impresa possibile”. Poi in serata, quando iniziavano ad arrivare i primi dati e il risultato sembrava difficile, aveva detto: “Sono soddisfatto, hanno votato 11 milioni di elettori come quelli che hanno espresso la preferenza per il Pd alle scorse Europee. Il governo dovrà tenere conto che milioni di italiani hanno un’idea delle politiche energetiche diverse”.

Della stessa opinione anche i comitati No Triv che hanno commentato dicendo “E’ già un risultato straordinario quello ottenuto”.

Degli esponenti del governo hanno votato le più alte cariche dello Stato: in mattinata si sono presentati alle urne i presidenti di Camera e Senato, in serata intorno alle 20,40 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra gli altri esponenti politici si sono presentati ai seggi il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, il leader del M5s Beppe Grillo e l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi.

Il Pd aveva dato indicazione di non votare, ma non tutti gli esponenti hanno rispettato la direttiva. Ha votato, inoltre, anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano, mentre non si è presentato alle urne il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.

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