Lo scorso anno si sono ammalati di tumore al rene 10.400 persone. Nella maggior parte dei casi, la diagnosi è stata del tutto casuale perché i sintomi iniziali vengono spesso scambiati per altre patologie.
Una volta scoperta la malattia in ritardo, è sempre difficile curare questo tumore e la sopravvivenza è ad alto rischio.
Ultimamente, però, si stanno registando sostanziali miglioramenti, grazie alle terapie immunologiche. Capaci di rafforzare il corpo in modo che combatta da solo contro il male e punti ad attaccare solo ed esclusivamente la zona colpita e non tutto l’organismo.
I successi di queste cure stanno aumentando negli anni e in particolare nella lotta al tumore ai reni, grazie a una nuova molecola immuno-oncologica chiamata Nivolumab. Condotti dei test sperimentali hanno rivelato una guarigione anticipata.
Un risultato che si è ripetuto in 5 studi differenti, confermando la validità della terapia.
Negli Usa, Nivolumab è già stata approvata da tempo e sperimenta con risultati incoraggianti su casi di melanoma, tumore del polmone, carcinoma renale e i tumori testa-collo.
In Europa invece il farmaco è arrivato da poco ma già funziona perfettamente nei test condotti su malati di tumore ai reni in fase avanzata.
L’aumento della sopravvivenza è assicurano gli esperti, è arrivato al 27%, rispetto ai bassissimi risultati di chemioterapie e radio. Nel corso di 3 anni di sperimentazione, si registra ancora il 44% di pazienti viventi e non solo, chi è arrivato alla terza fase della sperimentazione ha fatto registrare dei miglioramenti nei sintomi della malattia.
I ricercatoti ora stanno tentando di usare Nivolumab anche in combinazione con altri farmaci (ipilimumab e altri) per vedere se l’efficacia aumenti o rimanga invariata.