La 61a edizione dell’Eurovision Song Contest è vinto dall’Ucraina con il brano “1944”. Una canzone dedicata alla deportazione dei tartari di Crimea sotto Stalin e interpretata da Jamala. Un testo anti-russo nel bel mezzo della crisi tra Kiev e Mosca.
Al secondo posto l’Australia con “Sound of Silence” di Dami Im davanti alla Russia, rappresentata da Sergey Lazarev con “You are the only one”.
L’Italia con Francesca Michielin si accontenta del 16° posto, con il brano “No degree of separation” (una versione bilingue del brano che le ha permesso di arrivare seconda all’ultimo Festival di Sanremo), (per i bookmakers inglesi eravamo tranquillamente in top 10), ma vince sui social.
Una perfetta operazione europea quella della giovane cantante veneta: viaggio in pullman dall’Italia alla Svezia, strategia di comunicazione sui social efficacissima e moderna, ma anche l’essere riuscita a mettere d’accordo tutti gli spettatori italiani che facevano il tifo per lei. Poco sostenuta, però, dalla Rai, che continua a preferire e ad investire tutte le ricorse nel Festival di Sanremo, e a non capire l’importanza dell’Eurovision.
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