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Emorroidi, ne soffrono 3 milioni di italiani: cosa fare

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La malattia emorroidaria è la più frequente patologia benigna del canale anale. Colpisce almeno una volta nella vita, circa la metà della popolazione occidentale dopo i 40 anni. A soffrirne sono circa tre milioni di italiani, le donne più a rischio a causa della gravidanza e del parto.

I disturbi sono diversi, è bene rivolgersi sempre, al primo sospetto ad un colonproctologo per un’attenta valutazione e una diagnosi corretta per mezzo di una ano-rettoscopia.

Il sanguinamento è senza ombra di dubbio il sintomo più frquente: spesso si tratta di sangue rosso vivo dopo la defecazione, bruciore e fastidio locale, prurito, occasionalmente perdita di muco; mentre il prolasso esterno, per lo più si verifica in seguito a sforzi fisici o durante la defecazione. Può essere di due gradi più avanzati (III-IV grado).

Quando la malattia è ai primi stadi è possibile intervenire con semplici accorgimenti: una dieta variegata, ricca di frutta e verdure, un adeguato apporto giornaliero di acqua e succhi di frutta, tanta attività fisica costante per aiutare l’intestino ad essere regolare e a svuotarsi senza subire grossi traumi. Da vitare la bici.

L’uso di farmaci venotonici o antinfiammatori topici o per bocca risultano essere molto efficaci utili nei periodi di riacutizzazione della sintomatologia e per prevenire le crisi emorroidarie. Tra i prodotti naturali molto efficaci troviamo il gel all’aloe vera.

Per posticipare l’intervento chirurgico, se necessario, si può ricorrere a procedure ambulatoriali (come legature elastiche, scleroterapia), dall’effetto temporaneo.

I gradi più avanzati della malattia emorroidaria, prevedono come opzioni chirurgiche: la tecnica tradizionale di emorroidectomia (detta Milligan-Morgan ) nei casi di prolasso muco-emorroidario esterno non riducibile, che consiste nell’asportazione dei “gavoccioli” lasciando guarire le ferite spontaneamente nel giro di qualche settimana.

L’intervento viene eseguito con bisturi a ultrasuoni o radiofrequenza che, insieme ad una terapia antalgica adeguata, riducono molto i disturbi ed il rischio di sanguinamento post operatori.
Un altro intervento molto utilizzato ed efficace per il trattamento II e III grado è la dearterializzazione emorroidaria con mucopessia , che prevede la legatura dei rami dell’arteria emorroidaria superiore a livello del canale anale e la correzione del prolasso.

Il dolore, none ssendoci ferite, solitamente è meno intenso, e scopare nel giro di pochi giorni, anche se nel post-operatorio è frequente la sensazione di uno stimolo falso e costante alla defecazione, che in circa 7-10 giorni si attenua per poi sparire.

Ma quali sono le cause della malattia emorroidaria?

Stitichezza, sforzi prolungati durante la defecazione, diarrea o l’uso di lassativi che irritano la mucosa, la sedentarietà, il fumo e l’abuso di caffè, alcolici, bevande gassate, cibi molto speziati, stress, gravidanza, parto. Per questo motivo, anche per un buon risultato post operatorio è opportuno ridurre al minimo queste cause. Conducendo uno stile di vita regolare, equilibrato, dormendo a sufficienza, mangiando una adeguata quantità di fibre e bevendo almeno due litri di acqua al giorno al fine di mantenere nel tempo i risultati ottenuti, onde evitare possibili ricadute.

Giovanna Manna

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