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Taranto, omicidio Sarah Scazzi: depositate dopo un anno le motivazioni per l’ergastolo alla zia e alla cugina

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Sono trascorsi sei anni e tre giorni dall’omicidio della piccola Sarah Scazzi. La Corte d’assise d’Appello di Taranto ha depositato finalmente le motivazioni della sentenza con cui il 24 luglio dello scorso anno aveva confermato la condanna all’ergastolo per Cosima Serrano e Sabrina Misseri, rispettivamente zia e cugina della ragazza uccisa, con l’accusa di sequestro di persona e omicidio volontario.

Le motivazioni della sentenza raccolte in 1277 pagine (16 paragrafi), sono depositate a distanza dell’anniversario della morte della ragazza, 15 anni, il cui corpo era stato gettato in un pozzo di campagna, lasciato lì per 42 giorni.

La cugina della ragazza Sabrina Misseri, 28 anni, principale indiziata, è in carcere dal 15 ottobre del 2010 (mentre la madre, Cosima Serrano, da maggio 2011).

I sei anni previsti, tempo massimo per la carcerazione preventiva stanno ora per scadere e Sabrina prossimamente potrebbe uscire dal carcere, ma bisognerà capire se vanno scomputati alcuni periodi di interruzione dei processi di primo e secondo grado.

I difensori di Sabrina, il professor Franco Coppi e l’avvocato Nicola Marseglia, dopo la sentenza di secondo grado hanno chiesto più volte ai magistrati la scarcerazione della giovane, proponendo gli arresti domiciliari in una comunità diocesana del centro Italia specializzata nell’accoglimento di persone disagiate. Ma per i magistrati, sono conventi che sia pericolosa e quindi l’unica misura cautelare per Sabrina Misseri è il carcere.

A luglio 2015 la corte d’assise d’appello ha quasi interamente confermato la sentenza di primo grado del 20 aprile 2013: ergastolo per Cosima e Sabrina, 8 anni di reclusione per Michele Misseri, zio di Sarah, condannato per soppressione di cadavere per aver materialmente gettato il cadavere della nipote in un pozzo di campagna, come da sua stessa ammissione, e prove tecniche fatte in loco con gli inquirenti. Stessa accusa e condanna a 5 anni e 11 mesi per Carmine Misseri, fratello di Michele.

L’uomo ha cercato più volte di assimersi anche la responsabilità dell’omicidio, cambiando più volte versione. E per questo, il 28 settembre 2016 proseguirà l’udienza preliminare dell’inchiesta-bis e Misseri rischierà un altro processo per auto-calunnia.

Infine la procura di Taranto ha chiesto il rinvio a giudizio per 11 persone per falsa testimonianza, tra tutti Ivano Russo, l’amico di Sarah e della cugina Sabrina, con la quale ha anche avuto una relazione. Secondo i magistrati la contesa di Ivano fra le due cugine è uno degli elementi chiave del delitto. Il giovane secondo i pm avrebbe mentito per coprire la cugina di Sarah, Sabrina, cercando di sminuire l’intreccio dei rapporti sentimentali e sessuali con l’estetista, la gelosia ossessiva della ragazza nei suoi confronti, il crescente interesse sentimentale della cuginetta Sarah.

I difensori degli imputati hanno ora a disposizione 45 giorni per studiare a fondo le 1277 pagine di motivazioni e presentare ricorso in Cassazione dove si celebrerà il terzo e ultimo round giudiziario. Intanto il ministro della Giustizia Andrea Orlando, sollecitato a fine luglio dal professor Coppi, legale di Sabrina, ha inviato i propri ispettori a Taranto per accertare eventuali responsabilità nel ritardo del deposito delle motivazioni, avvenuto un anno e un mese dopo dalla sentenza.

Giovanna Manna

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