La 3A di Arborea facendo delle analisi di laboratorio ha bloccato subito una grossa partita da 30mila litri di latte contaminato da tossine.
A dare la notizia di quanto accaduto la Nuova Sardegna. “Niente produzione, né messa in commercio, ci siamo accorti dagli esami che c’era qualcosa che non andava. I nostri parametri sono più restrittivi anche rispetto a quelli di legge, non abbiamo preso quel latte”. A spiegarlo all’Adnkronos è il Direttore Generale della 3A, Francesco Casula.
“Abbiamo lavorato con la Asl per risolvere la problematica, che si genera quando un mangime o una parte di esso, ha problemi legati alla presenza di muffe, le micotossine, che nell’alimento zootecnico diventano aflatossine”.
Si potrebbe trattare, spiega, ancora l’esperto, di un problema, legato alla conservazione della farina di mais.
“Noi raccogliamo il latte da oltre 240 allevatori, abbiamo rilevato il problema in una decina di questi e individuato il lotto coinvolto, non abbiamo perciò raccolto il latte e gli allevatori l’hanno distrutto. Adesso hanno cambiato l’alimentazione, sostituendo il mangime, e questo permetterà al massimo in 72 ore di fare in modo che i limiti tornino al di sotto di quelli previsti dal nostro sistema di autocontrollo che, sottolineo, è di altissima qualità: è ancora più rigido rispetto a quello normativo”.
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