Spread the love

papa franceco ad amatrice
Domenica sera, sul volo di ritorno dall’Azerbaigian, Papa Francesco non aveva detto quando avrebbe fatto visita alle popolazioni terremotate. Ma parlando di «tre date possibili» fra le quali avrebbe scelto, aveva sottolineato: «La farò privatamente, da solo, come sacerdote, come vescovo, come Papa. Ma da solo. Vorrei essere vicino alla gente».

In Vaticano c’era il massimo riserbo su questa visita del pontefice. Francesco non voleva un viaggio annunciato con relativo arrivo in massa dei media. Gli stessi vescovi delle due diocesi colpite, Rieti e Ascoli, hanno avuto la conferma dell’arrivo del santo padre solo poche ore fa.

All’Angelus del 28 agosto, quattro giorni dopo il terremoto, Francesco aveva detto che sarebbe andato nelle zone colpite «appena possibile», nelle prime settimane ha evitato per non intralciare i primi soccorsi.

È arrivato a bordo di un’utilitaria ad Amatrice. Francesco alle nove e un quarto di questa mattina è entrato nella scuola prefabbricata ai margini della città, costruita dopo il sisma dalla provincia di Trento, accompagnato dal vescovo di Rieti Domenico Pompili. I bambini delle materne e i ragazzi di elementari e medie lo stavano aspettando, la preside lo aveva saputo solo poco prima.

Papa Francesco aveva inviato subito dopo il sisma, sul luogo del disastro, una squadra di Vigili del fuoco della Città del Vaticano e una di Gendarmi per aiutare i soccorritori e stare vicino alle popolazioni colpite.

Nell’Angelus della domenica successiva al sisma, il 28 agosto scorso, Bergoglio aveva rinnovato nuovamente la sua solidarietà ai terremotati annunciando la volontà di andarli presto a trovare. “Desidero rinnovare – aveva annunciato Bergoglio – la mia vicinanza spirituale agli abitanti del Lazio, delle Marche e dell’Umbria, duramente colpiti dal terremoto di questi giorni. Penso in particolare alla gente di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, Norcia. Ancora una volta dico a quelle care popolazioni che la Chiesa condivide la loro sofferenza e le loro preoccupazioni. Preghiamo per i defunti e per i superstiti. La sollecitudine con cui Autorità, forze dell’ordine, protezione civile e volontari stanno operando, dimostra quanto sia importante la solidarietà per superare prove così dolorose. Cari fratelli e sorelle, appena possibile anch’io spero di venire a trovarvi, per portarvi di persona il conforto della fede, l’abbraccio di padre e fratello e il sostegno della speranza cristiana. Preghiamo – aveva concluso Francesco – per questi fratelli e sorelle tutti insieme”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.