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Taranto, è boom di malattie respiratorie a causa dell’Ilva, soprattutto tra i bambini

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Taranto ci sarebbe una causa-effetto tra emissioni industriali e danno alla salute. A rivelarlo è uno studio epidemiologico condotto dalla Regione Puglia sugli effetti delle esposizioni ambientali sulla popolazione residente nei Comuni di Taranto, Massafra e Statte, con la collaborazione del Dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario regionale del Lazio, della Asl di Taranto, di Arpa Puglia e di AReS Puglia.

L’area è da anni sotto osservazione per le possibili ripercussioni sulla salute della popolazione, emissioni ambientali derivanti dagli impianti industriali presenti, in particolare a causa dell’impianto siderurgico Ilva. Questo il rapporto – come spiegato dalla Regione – che illustra i risultati dell’indagine epidemiologica condotta per valutare l’effetto delle sostanze tossiche di origine industriale, emesse dal complesso Ilva, sulla salute dei cittadini.

Uno studio incentrato su 321,356 persone, residenti tra il 1 gennaio 1998 ed il 31 dicembre 2010 nei comuni di Taranto, Massafra e Statte ha rilevato +24% ricoveri per malattie respiratorie dei bambini residenti nel quartiere Tamburi, +26% nel quartiere Paolo VI per l’esposizione alle polveri industriali, +4% di mortalità, in particolare +5% mortalità per tumore al polmone, +10% per infarto del miocardio. Ma non solo.

Per effetto dell’So2 (anidride solforosa) industriale si registra anche un +9% di mortalità, in particolare +17% di mortalità per tumore polmonare, +29% per infarto del miocardio. Ed entrambi gli inquinanti sono responsabili di nuovi casi di tumore del polmone tra i residenti (+29% Pm10 +42% l’So2).

Taranto, boom di malattie respiratorie per i bambini che abitano vicino all’Ilva
„ Tra i residenti nell’area di Taranto inoltre “si è osservata una associazione tra gli stessi inquinanti e ricorso alle cure ospedaliere per molte delle patologie analizzate”. In particolare, per effetto del Pm10 e So2 (per incrementi di 10 µg/m3 delle concentrazioni) sono stati osservati eccessi per malattie neurologiche, cardiache, infezioni respiratorie, malattie dell’apparato digerente e malattie renali. E ancora: “Le gravidanze con esito abortivo sono associate all’esposizione a So2 delle donne residenti’ e ‘tra i bambini di età 0-14 si sono osservati eccessi importanti per le patologie respiratorie, in particolari tra i bambini residenti a Tamburi si osserva un eccesso di ricoveri pari al 24%, tra quelli di Paolo VI +26%”.“

Lo studio rivela ancora, che “L’incidenza tumorale è associata nel periodo 2006-2011 all’esposizione agli inquinanti studiati’, e ‘l’aumento del rischio raggiunge la significatività statistica per tumore del polmone: +29% per esposizione a Pm10, +42% per So2”.

Lo stato socioeconomico e i fattori di rischio individuali, come il fumo di sigarette e l’alcol non sono responsabili dei risultati riscontrati. Lo studio analizza infine anche la correlazione tra l’incidenza sanitaria e l’attività dello stabilimento Ilva: “La produttività dell’Ilva ha avuto delle variazioni nel periodo 2008-2014 con un declino a seguito della crisi economica (2009), un successivo aumento negli anni 2010-2012, e un declino nel 2013-2014. All’andamento produttivo, e quindi alla variazione delle emissioni, ha corrisposto un effetto sui livelli di inquinamento in prossimità dell’impianto e nei quartieri limitrofi. L’andamento della mortalità ha seguito in modo speculare l’andamento della produttività e l’inquinamento nei quartieri Tamburi e Borgo”.

Foto Ansa

Giovanna Manna

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