E’ partito dall’aeroporto Capodichino di Napoli, dove la vettura è stata esposta nelle ultime settimane, il viaggio della Citroen Mehari di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra nel 1985.
Prima tappa Piacenza. La celebre automobile verde, simbolo di legalità e resistenza contro il predominio delle organizzazioni criminali, è partita alla volta del Nord per quello che gli organizzatori dell’iniziativa – Filt Cgil Bologna e Emilia Romagna, Caracò, Libera Emilia Romagna, Cgil Emilia Romagna, IoLotto, CNA Fita – definiscono «il viaggio legale».
La scelta della destinazione non è certamente casuale. Come ricordato da Paolo Siani, fratello di Giancarlo, primario dell’unità di pediatria dell’ospedale Santobono Pausilipon di Napoli e presidente della Fondazione Pol.i.s., «la Mehari fu acquistata a Bologna e fece tante tappe lungo l’autostrada del Sole, prima di iniziare a macinare chilometri tra le strade polverose di Torre Annunziata», dove a ucciderlo la notte del 23 settembre furono due esecutori (Ciro Cappucci e Armando Del Core) su input del clan Nuvoletta.
Alla base della scelta c’è anche l’obiettivo di sensibilizzare gli abitanti di una regione che negli ultimi mesi s’è scoperta pervasa dalla criminalità organizzata.
Paolo, unico erede in vita della famiglia Siani, è stato lui a consegnare le chiavi della Mehari a Michele Ammendola, presidente del comitato IoLotto, in rappresentanza dei promotori del viaggio. Obiettivo della spedizione è portare a bordo simbolicamente le storie di tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata e dei giornalisti uccisi dalle mafie e dal terrorismo.
Quindici i Comuni coinvolti, oltre seicento i chilometri da percorrere. Ogni tappa rappresenterà l’occasione utile per parlare di mafia e legalità, portando a esempio i crimini compiuti e le storie degli eroi civili.