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Rosolia in gravidanza: come riconoscerla e curarla

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La rosolia in gravidanza può essere molto pericolosa per la salute della mamma e del bambino. La rosolia è una malattia infettiva che si verifica con la presenza esantemi in più parti del corpo. Trasmissibile attraverso secrezioni respiratorie emesse dalle persone infette, le eruzioni si manifestano tra i 10 e i 15 giorni dopo il contagio.

Quali sono i sintomi della rosolia in gravidanza?

I sintomi della rosolia generalmente sono febbre lieve, rigonfiamento delle ghiandole del collo ed eruzione cutanea sul viso. Ma nei casi più gravi anche dolori articolari o artrite temporanea, o addirittura trombocitopenia ed encefalite.

La rosolia in genere guarisce in poche settimane, ma può avere conseguenze gravi che si ripercuotono sulla salute della mamma e del nascituro. Malformazioni fetali. Ecco allora che se viene contratta prima di restare incinte si è immuni al virus. Ma per saperlo, è importante sottoporsi all’inizio della gravidanza al Rubeo test, che individua la presenza di anticorpi della rosolia nel corpo della mamma. Per questo motivo, le donne che non risultano immuni dovranno sottoporsi con una certa frequenza al test durante i 9 mesi della gravidanza.

Quali sono i possibili rischi della rosolia in gravidanza?

Una volta contratto il virus questo potrebbe arrivare con molta facilità anche al feto attraverso la placenta provocando quella che viene definita rosolia congenita, una sindrome molto pericolosa, perché causa di sordità, ritardo mentale, cataratta e problemi agli occhi, ma anche malattie dell’apparato cardiovascolare, del fegato e della milza.

Ecco perché è importante fare una distinzione a seconda del periodo di contagio. Dalla dodicesima alla ventottesima settimana di gravidanza la placenta ha una maggiore capacità di contrastare l’infezione. Il feto invece è però più a rischio nel corso del primo e del terzo trimestre.

I rischi maggiori se la rosolia fa la sua comparsa nelle prime settimane della gravidanza, sono: aborto e alla morte fetale, oltre che sindrome da rosolia congenita. Con il progredire della gravidanza i rischi per il feto si riducono del 52% se l’infezione viene contratta nell’ottava settimana, del 36% se viene contratto fra la nona e la dodicesima settimana, del 10% se tra la tredicesima e la ventesima. Dopo la ventesima settimana, il rischio si riduce sensibilmente.

Come curare la rosolia in gravidanza

Ad oggi non esiste ancora una terapia per contrastare l’infezione del virus dalla rosolia da madre a figlio, nel caso in cui la donna contragga la rosolia in gravidanza. L’unico rimedio efficace per prevenire la malattia è ancora quello di vaccinarsi.

Giovanna Manna

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