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No al referendum sull’articolo 18, sì invece a quelli sui voucher e sugli appalti. È quelloc che si è deciso oggi con il verdetto emesso dalla Consulta al termine delle due ore di udienza a porte chiuse.

La Corte Costituzionale era chiamata a decidere se dare o meno il via libera ai tre referendum abrogativi, per i quali la Cgil aveva raccolto ben 3,3 milioni di firme, in materia di lavoro. I tre quesiti riguardavano le modifiche all’articolo 18 sui licenziamenti illegittimi contenute nel Jobs act, le norme sui voucher e il lavoro accessorio e le limitazioni introdotte sulla responsabilità solidale in materia di appalti.

La consultazione referendaria, secondo quanto prevede la legge, dovrà svolgersi tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. Salvo, però, elezioni anticipate: in questo caso, la legge (articolo 34 della legge 352 del 1970, che regola l’iter referendario) prevede che i referendum abrogativi che hanno avuto il via libera dalla Cassazione e dalla Corte Costituzionale vengano ‘congelati’ fino all’anno dopo.

Le dichiarazioni della Camusso, subito dopo la decisione della Consulta, in conferenza stampa: “Ricorreremo a Corte Europea per licenziamenti”. “Abbiamo notato in questi giorni che c’è stato un dibattito intenso sui quesiti referendari, che, a nostra memoria, non ci ricorda precedenti di analoga quotidiana pressione rispetto a come si sarebbe dovuto decidere. Abbiamo dato per scontato l’intervento del Governo con l’Avvocatura dello Stato, ma questo non era dovuto, è stata una scelta politica”. “La Corte ha deciso di non ammettere uno dei quesiti – ha proseguito, sottolineando però che questo non rappresenta una sconfitta per il sindacato -. Noi siamo convinti che la libertà dei lavoratori passi attraverso la loro sicurezza. Valuteremo la possibilità di ricorrere alla Corte Europea in merito ai licenziamenti. Non è che il giudizio della Corte di oggi fermi la battaglia sull’insieme della questione dei diritti”, ha detto ancora Susanna Camusso.

“La notizia di oggi è che inizia una campagna elettorale dei due sì ai referendum. Chiederemo al governo tutti i giorni di fissare la data in cui si voterà”.

E in merito ai voucher, ha fatto presente che “sono aumentati del 27 mila per cento. Oggi il presidente dell’Inps ha fornito i dati sull’utilizzo dei voucher nella Cgil: un dato che corrisponde a 3 persone e mezzo l’anno del totale dei lavoratori, tra l’altro pensionati, questa è la dimensione, noi abbiamo chiesto all’Inps quali sono i principali utilizzatori di voucher ma ci ha detto che è impossibile saperlo, noi rinnoviamo questa richiesta. Uno strumento malato è uno strumento malato, bisogna avere il coraggio di azzerarlo”.

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