Tecnici dell’Istituto superiore della conservazione e del restauro si sono messi subito al lavoro per dare forma e splendore ai due busti funerari, uno maschile e uno femminile, provenienti dal sito archeologico di Palmira.
Le due opere, risalenti al II-III secolo d.C, in calcare locale bianco, arricchite da iscrizioni, saranno recuperate entro la fine del mese e poi rispedite al museo archeologico di Damasco.
Le due opere in questione, furono danneggiate durante la presa del museo da parte dei miliziani dell’Isis e messe in salvo dai funzionari della direzione Antichità di Damasco.
I busti dopo essere stati portati da Palmira a Damasco, sono stati trasferiti a Roma e affidati all’Italia, l’ottobre scorso, per l’opportuno restauro.
“Quando i due busti arrivati qui – ha spiegato Gisella Capponi, a capo dell’Istituto superiore della conservazione e del restauro nel corso della presentazione – è stato costituito un gruppo di lavoro formato da una geologa per lo studio del materiale, un chimico per verificare le superfici, i restauratori e un team dedicato all’elaborazione di un’immagine in 3d, soprattutto per quanto riguarda la figura maschile, con lo scopo di ipotizzare la reintegrazione della parte mancante. Siamo molto orgogliosi di avere queste due opere da noi e speriamo che questo sia un primo passo per poter andare a Palmira”.
Il trasferimento delle opere dalla Siria a Roma è avvenuto grazie anche all’intervento dell’Associazione culturale ‘Incontro di civiltà’, presieduta dall’ex ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli.
Foto Ansa
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