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Tacchi alti? I possibili rischi e i consigli degli esperti

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E’ partita ieri, in grande stile, la tanto attesa fashion week milanese: le strade della capitale della moda pullulano di donne attrezzate per l’occasione con capi all’ultimo grido, accessori sempre più eccentrici e soprattutto gli immancabili tacchi a spillo, con plateau, a punta, tronchetti, vera croce e delizia del gentil sesso, che spopolano sulle passerelle, e poi vedremo per le strade della prossima primavera estate 2017. Ma attenzione alle insidie che si celano dietro una gamba slanciata.

Gli esperti avvertono: “Se l’altezza del tacco supera i due centimetri si ha un aumento del carico sulle dita del piede e quindi sull’alluce – spiega Andrea Bianchi, ortopedico capofila del gruppo PBS, Percutaneous Bianchi System, specializzato in patologie del piede – Non solo, le scarpe alte spesso sono strette in punta con conseguente schiacciamento verso il centro di alluce e quinto dito, ragion per cui possiamo affermare che indossare tacchi alti per molte ore e magari per molti anni costituisce un fattore esterno di rischio nella genesi di questa deformità”.

Infatti, secondo la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (Siot) in Italia circa il 40% delle donne è affetto da alluce valgo, particolarmente tra i 40 e i 60 anni.

Così, se mentre prima l’intervento sull’alluce valgo era considerato doloroso in sé e per i tempi di recupero, oggi si può ricorrere ad un intervento correttivo in maniera rapida, senza inserimento di viti o chiodi ovvero con un intervento mini – invasivo in percutanea che permette di camminare immediatamente con opportuni bendaggi.

I vantaggi di questo intervento sono molteplici: innanzitutto non vengono utilizzati mezzi di sintesi e ciò consente alle fratture di guarire secondo la “necessità” del piede – prosegue Bianchi – L’intervento viene eseguito in anestesia locale, ha durata brevissima e consente al paziente l’immediata deambulazione. Il dolore, sia immediato che tardivo, è ben sopportabile e gestibile e le medicazioni, tranne la prima, possono essere fatte anche a domicilio”.

Ecco allora che consigliano gli esperti di dire no al tacco 12, o di indossarlo in casi veramente eccezionali. Al contrario, sarebbe “meglio un tacco da due centimetri, ma se per qualche occasione si vuole salire un poco di altezza, si raccomanda di farlo per poche ore e soprattutto sempre con opportuno plantare”.

Giovanna Manna

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