Magdalena Zernicka-Goetz, dell’università inglese di Cambridge, è riuscita a “mimare” il processo di formazione dell’embrione di un topo in laboratorio. L’esperimento riuscito è stato pubblicato sulla rivista scientifica Science.
La struttura è stata ottenuta partendo da cellule staminali assemblate dando così origine a una formazione tridimensionale simile proprio ad un embrione.
Tale risultato ottenuto dovrebbe aiutare gli scienziati a comprendere l’origine di molte malattie legate alle fasi iniziali dello sviluppo e a ridurre i test condotti sugli animali.
«Si tratta di un risultato molto importante» spiega Manuela Monti, ricercatrice presso il Centro di Medicina rigenerativa dell’Irccs San Matteo di Pavia, che ha lavorato a lungo con l’autrice dello studio all’istituto Gurdon di Cambridge. «Perché per la prima volta permette di analizzare le primissime fasi dello sviluppo embrionale, che , in teoria, come modello, possono essere translate nell’umano e questo potrà aiutare a capire in futuro perché una buona parte degli embrioni normalmente si arrestano nello sviluppo prima dell’impianto in utero».
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