Bambino di 13 anni affetto da una lieve disabilità mentale è stato costretto a subire per anni violenze fisiche e psichiche da parte di un branco di 11 persone, tutte minorenni.
Una storia terribile che racconta di un contesto ambientale segnato da degrado morale e tanta omertà.
Molteplici gli episodi di violenza accertati dai Carabinieri della Compagnia di Giugliano, dal 2013 ad oggi, quando all’epoca dei fatti il ragazzino aveva appena 9 anni.
La vittima veniva sottoposta sistematicamente a stupri di gruppo e aggressioni fisiche a cui non poteva sottrarsi.
Le violenze si consumavano nel campetto di calcio, in via Camposcino, nei vicoli di Corso Campano, e in una sola occasione
nell’appartamento di uno degli aggressori.
Il capo, un 17enne che a breve compirà 18 anni. Il 13enne veniva costretto con la forza a inginocchiarsi e a consumare rapporti orali ai vari componenti del branco. Poi veniva stuprato ripetutamente in gruppo.
A denunciare quanto stesse accadendo è stata la madre del ragazzino, che lo ha sorpreso per strada circondato dai bulli in atteggiamenti ambigui.
Messa alle strette, la giovane vittima non ha potuto che ammettere e raccontare ai genitori dei terribili abusi che stava subendo. Da lì la denuncia ai Carabinieri di Giugliano.
Appresa la notizia dell’arresto, i genitori degli 11 aggressori sono stati convocati presso la Caserma dei Carabinieri di Giugliano e hanno dato in escandescenze all’esterno della struttura. Alcuni hanno sferrato calci e pugni fuori al cancello d’ingresso, altri hanno lanciato oggetti in strada.
Per otto presunti responsabili il Gip ha disposto l’accompagnamento in comunità. Le accuse sono di violenza di gruppo e sequestro di persona.