L’Ocse promuove la scuola italiana pubblica per quanto riguarda la riduzione del gap tra ricchi e poveri. A darne notizia un recente studio pubblicato su Repubblica, il quale analizza le prestazioni in Lettura e Matematica su un campione di studenti di 15 anni in una quarantina di Paesi provenienti dai cinque continenti, con situazioni socio-economiche differenti, e li mette a confronto con dati di persone di età compresa tra i 25 e i 27 anni della stessa area geografica.
Ebbene da tale studio emerge che il gap tra studenti avvantaggiati – quindi con famiglia benestante e istruita alle spalle – e studenti svantaggiati – con genitori poco istruiti – cresce in quasi tutti i Paesi oggetto della ricerca, fatta eccezione per Canada, Stati Uniti, Corea e Italia.
«Il mondo del lavoro, la formazione professionale e l’università» – ha spiegato Francesca Borgonovi dell’Ocse – «non sono in grado di alleviare le differenze tra classi sociali che emergono alla fine della scuola dell’obbligo, anzi tendono a rinforzarle».
In Italia questo divario è meno significativo rispetto ad altri Paesi, con risultati tra studenti di famiglie istruite e meno istruite che conseguono risultati simili in Lettura e Matematica dopo il diploma.
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