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Il presidente americano, Donald Trump, ha deciso di agire contro il regime di Bashar al Assad. L’attacco militare è arrivato dopo un lungo vertice tenuto tra gli alti funzionari della Casa Bianca, il ministro della Difesa Jim Mattis, il segretario di Stato Rex Tillerson e il consigliere per la Sicurezza Nazionale H.R. McMaster.

Una mossa giunta a pochi giorni dal viaggio di Trump in Russia; e secondo alcuni analisti, questo intervento militare americano potrebbe servire agli Usa per dare un maggior peso politico all’incontro avvenuto con il ministro degli esteri, Serghey Lavrov.

La Russia, si sa, e’ il maggior alleato del presidente siriano Assad e oltre ad aiutare militarmente l’esercito governativo, ha bloccato la quasi totalità delle iniziative diplomatiche al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

“E’ di vitale importanza per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti prevenire e scoraggiare la diffusione e l’utilizzo di armi chimiche mortali” ha detto il presidente americano, dimostrando di non aver paura di intervenire con una prova di forza.

Gli Stati Uniti hanno lanciato 59 missili cruise verso la base aerea siriana da cui si presume sia partito l’attacco con armi chimiche a Idlib. Si tratta di missili ‘Tomahawk’, lanciati da due navi americane posizionate nel Mediterraneo.

Si tratterebbe di un attacco “una tantum” . Il Pentagono fa sapere infatti che l’attacco Usa contro la base aerea in Siria ha “ridotto la capacita’ del governo siriano di utilizzare armi chimiche”.

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